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La demolizione del Tabacchificio di Pontevalleceppi
La demolizione del Tabacchificio di Pontevalleceppi
Le Associazioni ne chiedono il vincolo; la proprietà accelera i lavori
Invio gli atti delle Associazioni relativi alla tutela del Tabacchificio di Pontevalleceppi e alle recenti uscite sulla stampa, della prossima demolizione del Tabacchificio di Pontevalleceppi. Buon lavoro
Mariarosa Rizzi
P.S. le foto storiche sono del fotografo Virgilio Rossi di Pontevalleceppi, ora in pensione. La datazione è approssimativa.
Abbiamo letto sulla stampa locale del 29 Luglio che la demolizione del Tabacchificio di Pontevalleceppi è prossima, inizio lavori entro il 14 agosto, al suo posto sorgeranno palazzine residenziali e spazi commerciali. Con l’ordinanza sindacale il Comune ha giustamente e finalmente imposto la bonifica del luogo alla proprietà del sito. Nell’incontro pubblico tenuto poche settimane fa a Pontevalleceppi si è capito che la proprietà non era intenzionata al momento a realizzare la costruzione stante la difficile congiuntura economica del mercato edilizio. Tra quello letto e ciò che è stato detto, ci troviamo di fronte ad un’accelerazione dei lavori, non vorremmo fosse dovuta alla richiesta di apposizione di vincolo al Ministero ai Beni Culturali e Paesaggistici dell’Umbria da parte delle Associazioni : Ecomuseo del Fiume e della Torre, Associazione Italiana per il Patrimonio Archeologico Industriale, WWF Umbria, Legambiente Umbria. D’altra parte non ci risulta che sia stato adottato ed approvato il Piano Attuativo dell’area del Tabacchificio e che esista un progetto architettonico approvato. Quindi non si comprende come possa la proprietà avere quattro anni di tempo per realizzare l’opera, come riportato dalla stampa. Sappiamo che a suo tempo è stato concluso un accordo che ha definito le destinazioni d’uso tra il Comune e la proprietà, dal quale risulta la mancanza assoluta di previsioni di superfici per servizi urbano-territoriali (attività associative culturali, scuole superiori, biblioteche, ecc.) pubblici o privati. Ci chiediamo come mai l’ Amministrazione Comunale, seppur da tempo ribadisce insieme alle altre Istituzioni regionali, la necessità di una pianificazione e concertazione unitaria e di qualità per il Tevere ed il suo territorio, non ha chiesto alla proprietà di bandire un concorso d’idee per la progettazione urbanistico-architettonica, previsto dalla normativa del Piano Regolatore per le aree di riqualificazione. Ad avvalorare e sostenere ciò che le Associazioni rivendicano, si ricordano gli interventi del Sindaco Boccali nel candidare Perugia Capitale Europea della Cultura dove asserisce: Vogliamo ora che il futuro sia cementato dalla qualità urbana. Altro intervento anche questo condiviso e sostenuto è quello dell’Assessore Pesaresi, quando sostiene: va recuperato e valorizzato il patrimonio edilizio esistente anche al fine di non urbanizzare altri territori sottraendoli alle attività agricole ed alla Biodiversità.
LE RICHIESTE DI VINCOLO:
ALLA SOPRINTENDENZA PER I BENI ARCHITETTONICI E PAESAGGISTICI DELL’UMBRIA Via U. Rocchi 71 – 06123 Perugia
Alla c .a della Soprintendente Arch. Anna Di Bene
OGGETTO: richiesta di vincolo legge n. 1089/1939
L’ “Associazione Ecomuseo del fiume e della torre”, nell’ambito delle attività di tutela e di salvaguardia della memoria storica nel territorio attraversato dal fiume Tevere, e nella ricognizione dei beni e delle risorse di pregio, sia culturali che ambientali nella stessa area, segnala l’esistenza dell’ex-tabacchificio di PonteValleceppi, quale bene architettonico, storico e di archeologia industriale, degno a tutti gli effetti di essere vincolato e tutelato, con la massima urgenza, considerate le condizioni di degrado in cui si trova e il rischio di imminente abbattimento. Databile tra gli anni ’30-’40 del sec. XX, costituisce l’unica (?) memoria storica e industriale di un ‘attività passata ed ormai scomparsa lungo l’asta del Tevere, come quella relativa alla raccolta, essiccazione e conservazione del tabacco, parte di storia importante anche per la città di Perugia. Costituisce inoltre l’unico elemento identitario significativo per l’abitato di Pontevalleceppi, dove vi hanno lavorato numerose donne del paese, teatro di vertenze sindacali storiche. In sostanza costituisce testimonianza di parte significativa dell’economia del luogo dagli anni 30 agli anni 60, appartiene a pieno titolo al paesaggio urbano di Pontevalleceppi. La sua collocazione, ora centrale, tra l’antico centro e il nuovo, lungo l’arteria principale e sull’altro versante, sulla diramazione delle due strade storiche principali (via regale Salaria-fabrianese e strada Tiberina), impongono un recupero e riuso nel rispetto del significato storico urbanistico acquisito. L’architettura presenta inoltre elementi di pregio sia percettivi che funzionali: la grande struttura a capanna prospiciente l’area verde, il fronte tipico anni ’40, i lucernari, la corte interna.
In attesa di cortese riscontro
Il Presidente Claudio Giacometti
Alla SOPRINTENDENZA PER I BENI ARCHITETTONICI E PAESAGGISTICI DELL’UMBRIA Via U. Rocchi 71 – 06123 Perugia
Alla c .a della Soprintendente Arch. Anna Di Bene
OGGETTO: richiesta di vincolo legge n. 1089/1939
L’AIPAI – Associazione Italiana per il Patrimonio Archeologico Industriale, nell’ambito delle attività di tutela e di salvaguardia della memoria storica del territorio Umbro, e nella ricognizione dei beni e delle risorse di pregio, sia culturali che ambientali nella stessa area, segnala l’esistenza dell’ex-tabacchificio di Ponte Valleceppi, quale bene architettonico, storico e di archeologia industriale, degno a tutti gli effetti di essere vincolato e tutelato, con la massima urgenza, considerate le condizioni di degrado in cui si trova e il rischio di imminente abbattimento. Databile tra gli anni ’30-’40 del sec. XX, costituisce l’unica memoria storica e industriale di una attività passata ed ormai scomparsa lungo l’asta del Tevere, come quella relativa alla raccolta, essiccazione e conservazione del tabacco, parte di storia importante anche per la città di Perugia. Costituisce inoltre l’unico elemento identitario significativo per l’abitato di Ponte Valleceppi, dove vi hanno lavorato numerose donne del paese, teatro di vertenze sindacali storiche. In sostanza rappresenta testimonianza di parte significativa dell’economia del luogo dagli anni 30 agli anni 60 del ‘900 e appartiene a pieno titolo al paesaggio urbano di Ponte Valleceppi. La sua collocazione, ora centrale, tra l’antico centro e il nuovo, lungo l’arteria principale e sull’altro versante, sulla diramazione delle due strade storiche principali (via regale Salaria-Fabrianese e strada Tiberina), impongono un recupero e riuso nel rispetto del significato storico urbanistico acquisito. L’architettura presenta inoltre elementi di pregio sia percettivi che funzionali: la grande struttura a capanna prospiciente l’area verde, il fronte tipico anni ’40, i lucernari, la corte interna.
In attesa di cortese riscontro
Il Presidente Renato Covino
Perugia, 31/07/2010 ALLA SOPRINTENDENZA PER I BENI ARCHITETTONICI E PAESAGGISTICI DELL’UMBRIA Via U. Rocchi 71 – 06123 Perugia Alla c .a della Soprintendente Arch. Anna Di Bene
Protocollo: 0391
OGGETTO: Richiesta di Vincolo Dlgs. 42/2004 art. 10
Il WWF Umbria nell’ambito delle attività di tutela ambientale, di salvaguardia delle identità dei territori nell’ambito della ricognizione effettuata sul fiume Tevere ed il suo territorio, segnala l’esistenza dell’ex-tabacchificio di PonteValleceppi, quale bene architettonico, storico e di archeologia industriale, degno a tutti gli effetti di essere vincolato e tutelato, con la massima urgenza, considerate le condizioni di degrado in cui si trova e il rischio di imminente abbattimento. Databile tra gli anni ’30-’40 del sec. XX, costituisce l’unica memoria storica ed industriale lungo l’asta del Tevere del perugino, relativa alla raccolta, essiccazione e conservazione del tabacco, parte di storia importante anche per la città di Perugia. Costituisce inoltre l’unico elemento identitario significativo per l’abitato di Pontevalleceppi, dove vi hanno lavorato numerose donne del paese, teatro di vertenze sindacali storiche. In sostanza costituisce testimonianza di una parte significativa dell’economia rurale dagli anni 30 agli anni 60, al contrario di ciò che avviene oggi nelle coltivazioni intensive del tabacco. Il tabacchificio comunque oggi appartiene a pieno titolo al paesaggio urbano di Pontevalleceppi. La sua collocazione, ora centrale, tra l’antico centro e il nuovo, lungo le due strade storiche principali (via regale Salaria-fabrianese e strada Tiberina), impongono un recupero e riuso nel rispetto del significato storico urbanistico acquisito. L’architettura presenta inoltre elementi di pregio sia percettivi che funzionali: la grande struttura a capanna prospiciente l’area verde, il fronte tipico anni ’40, i lucernari, la corte interna.
In attesa di cortese riscontro.
WWF Umbria
Il Tabacchificio negli anni 60 Il Tabacchificio negli anni 80
Riportiamo anche l'intervento di Lorena Rosi Bonci, pubblicato sul Corriere dell'Umbria del 1 agosto 2010:
L’EX_TABACCHIFICIO DI PONTEVALLECEPPI. Un bene di archeologia industriale da salvaguardare.
Non ci ha fatto piacere apprendere dalla stampa del 29 luglio che “l’ex-tabacchificio di Pontevalleceppi ha i giorni contati”, visto che entro il 14 luglio dovrebbero partire i lavori per la sua demolizione . Riguardo ciò l’Assessore all’Urbanistica del Comune di Perugia Cardinali ha dichiarato che con piacere s’intende “ mandare avanti questo progetto con celerità”. Il progetto è quello di far sparire un altro pezzo di storia e memoria, lasciando più povera culturalmente la città e i territorio di Perugia. Dopo i gravi abbattimenti di beni di archeologia industriale negli ultimi decenni nel territorio perugino (tra i più recenti ricordo soltanto il Poligrafico Buitoni a Fontivegge, le Fornaci di San Marco, il pastificio di Ponte San Giovanni ), e in un momento in cui si discute sull’esigenza di una legge regionale di tutela dell’archeologia industriale, risulta davvero incomprensibile l’atto dell’amministrazione comunale che ha concesso il permesso di demolizione dell’ex-tabacchificio di Pontevalleceppi, con il permesso a ricostruire un nuovo edificio “con le stesse caratteristiche estetiche” o, meglio, “delle palazzine residenziali e commerciali”, come dichiara l’assessore Cardinali. È ‘ evidente che per il Comune di Perugia e per i membri della “Commissione comunale per la Qualità architettonica ed il Paesaggio”, gli ex tabacchi di Pontevalleceppi non sono riconosciuti come un bene di archeologia industriale, né quindi come un bene da tutelare. Eppure, nonostante il gravissimo abbandono e conseguente degrado in cui si sono lasciati per decenni l’edificio e l’area circostante, il complesso mantiene, da un punto di vista architettonico, elementi di pregio sia percettivi che funzionali, come la grande struttura a capanna prospiciente l’area verde, il fronte tipico delle architetture degli anni ’40, i lucernari, la corte interna. Databile tra gli anni ’30 e 40 del XX sec., rappresenta l’unica memoria storica di un’attività industriale ormai scomparsa lungo l’asta del Tevere perugino, come quella dell’essiccazione e conservazione del tabacco, visto che da tempo è scomparso anche lo stabilimento del tabacco Pascoletti di Ponte San Giovanni. Oltre il valore architettonico, la struttura ha un significativo valore simbolico e di memoria storica come elemento di identità per l’abitato e la popolazione di Pontevalleceppi, dove hanno lavorato numerose tabacchine, perlopiù donne del paese, dove si sono svolte dure battaglie operaie e vertenze sindacali storiche. Non possiamo dimenticare quale duro lavoro le donne hanno sopportato lì dentro, durante le faticose fasi di lavorazione del tabacco, come in quella del prosciugamento, fino ad una temperatura di 45°-50°, in locali chiusi e l’aria pregna di nicotina, al punto da provocare malori e svenimenti. E proprio nello stabilimento di Pontevalleceppi, nel 1950, avvenne un infortunio mortale: l’operaia Adele Rossi , mentre lavorava nel forno, ad alcuni metri di altezza, cadde per un improvviso malore e morì ( cfr. S. GAMBULI, L’industria del tabacco nel quadro dell’economia e delle lotte operaie nella provincia di Perugia, in L. Capitani, L. Piras, V. Scarpelli “…..è una storia lunga…( Lotte e coscienza di tabacchine umbre negli anni ’50), 1983, p. 22, nota 6). Ed è anche in nome di quella donna, come di tutte le altre che sono morte o si sono ammalate, che va difesa la memoria rappresentata dall’ex-tabacchificio di Pontevalleceppi. Per questo, l’ “Associazione Ecomuseo del fiume e della torre” di Pretola, insieme a AIPAI (Associazione per il Patrimonio dell’Archeologia Industriale) ha inoltrato la richiesta di vincolo alla Soprintendenza competente, con l’adesione delle associazioni territoriali di Italia Nostra, Legambiente e WWF, con la speranza che gli enti di tutela possano svolgere le loro funzioni impedendo un’ ulteriore distruzione al nostro territorio.
Nome: Vanni Capoccia Commento: Mi sembra che il caso dell’ex tabacchifico di Ponte Valleceppi sia una classica storia perugina.
Si decide d’intervenire su un manufatto sul quale ci sono dei vincoli?
Prima lo si fa svilire fino ad un punto di non ritorno, poi s’interviene presentando un progetto.
A quel punto il gioco è fatto, qualunque cosa si faccia è migliore del degrado che si ha davanti agli occhi. Le sparute voci di protesta diventano flebili ed inascoltate.
E’ successo così con il cosiddetto “palazzo della vergogna” di Porta Pesa (quello con la storica trattoria di Argentino), smontato pezzo per pezzo, mattone per mattone e poi ricostruito di nuovo. Ora i mattoni, le travi, le tavelle ed i coppi saranno sparpagliati in casolari senesi e al posto della casa con la trattoria c’è un palazzotto nuovo che assomiglia (alla lontana) a quello originale.
Stessa vicenda con “Il Pincetto”, ricettacolo di spacciatori, impraticabile luogo di malaffare ed anche di morte. Quando è stato eliminato è sembrata una liberazione e nessuno ha rimpianto quello che “Per la pittoresca posizione… per l’ampio panorama” era per Pietro Scarpellini il giardino “più bello della città”.
E visto che stiamo in zona il Mercato coperto è una storia simile a quelle appena descritte che si concluderà come quelle appena descritte.
Speriamo che a Ponte Valleceppi l’allarme sia stato dato in tempo.
Vanni Capoccia