La Regione Umbria non sostiene l’agricoltura biologica e scende il numero delle aziende.
I produttori Aiab tengono il mercato mensile a Monteluce (l’11 luglio).
Il
Piano di sviluppo rurale (Psr) nel 2010 penalizza il bio (181
domande) a favore di chi adotta solo parziali misure di limitazione
nell’uso di prodotti chimici (848 domande).
Il
trend di crescita che aveva caratterizzato l’agricoltura biologica
umbra per molti anni, anche in controtendenza all’altalenante
andamento nazionale, con il PSR 2007-2013 si è inesorabilmente
invertito.
Gli
errori di impostazione
del PSR, con misure agroambientali che irragionevolmente penalizzano
il bio a favore dell’integrato,
cioè di chi continua a far uso di diserbanti e pesticidi, stanno
dando i drammatici risultati annunciati. Dal
2006, anno di massimo sviluppo del biologico umbro, al 2009 si
registra un abbandono di oltre il 9% delle aziende impegnate
(dati Sinab).
Per
i il 2010 la situazione sarà ancora peggiore
perché le aziende passeranno dal bio a misure più semplici e meglio
ricompensate del biologico, con il conseguente fallimento delle
misure agroambientali; in tal senso i dati ARUSIA ne danno la
conferma essendoci quest’anno solo, 181 nuove domande per il
biologico contro le 848 dell’integrato.
In
questa situazione mentre in Regione si discute di come investire i
soldi del Piano Strategico Nazionale per il Biologico e l’utilizzo
dei vecchi fondi sulla comunicazione , sarebbe un controsenso non
effettuare subito una seria riflessione sulla revisione del PSR per
reinserire quelle proposte più volte avanzate e ostinatamente
respinte dal dirigente responsabile. Su questi temi AIAB da come
sempre la piena disponibilità a collaborare con l’Assessorato in
virtù ella sua esperienza e conoscenza del settore.
La
richiesta di AIAB è un forte impegno della Regione Umbria nella
Conferenza Stato Regioni per un intervento deciso sulla revisione dei
premi e il sostegno alla zootecnia. Per questo impegno
Vincenzo Vizioli, presidente di AIAB Umbria, dichiara: “Confidiamo
nella sensibilità fin qui dimostrata dell’assessore Fernanda
Cecchini di cui abbiamo apprezzato la capacità di ascolto e da
ultimo, l’impegno a rimettere in gioco i fondi a sostegno del
biologico, rigirati dal Ministero con decreto del 2004 e
inspiegabilmente tenuti nel cassetto per 5 anni”.
Intanto
il lavoro dei produttori biologici per promuovere e far conoscere le
bio eccellenze del territorio regionale continua privilegiando la
filiera corta. E’ già per domenica 11, l’appuntamento con i
cittadini consumatori, per il mercato a piazza Monteluce, (vedi
al sito) promosso
da Aiab Umbria, ogni seconda domenica del mese. Oltre ai prodotti
alimentari è prevista la bio-animazione per i bambini e
l’artigianato a sostegno del terzo mondo.
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