Contro la legge Balilla
Il suo vero nome è “legge Balilla”
e porta la firma congiunta di ben tre ministri: La Russa (Difesa),
Meloni (Giovani) e Tremonti (Economia). Obiettivo? Organizzare corsi
di formazione delle Forze Armate per i giovani. Costo previsto per i
primi tre anni di sperimentazione: 20 milioni di euro. Niente male
per essere tempo di crisi.
L’idea del governo è semplice:
invitiamo i giovani per tre settimane in caserma, gli facciamo
indossare per la prima volta la divisa e gli spieghiamo quanto sia
bello far parte delle Forze Armate e andare in missione in giro per
il mondo. In questo modo riusciremo a selezionare nuovi volontari per
l’arruolamento, ad “assicurare nuova linfa e continuità
d’azione” alle associazioni combattentistiche e d’arma e, alla
peggio, a promuovere un po’ di sana cultura militare. Dio solo sa,
coi tempi che corrono, quanto ne abbiamo bisogno!
Per riuscire nell’operazione
bisognerà solo aprire le caserme e renderle un po’ più
accoglienti. C’è il rischio che se i giovani vedono in che
condizioni sono realmente gli venga voglia di non tornarci più. Per
il maquillage delle caserme destinate al loro alloggiamento è
prevista una spesa di più di 4 milioni di euro. Per il materiale
didattico bastano 350.000€. Ne serviranno invece 850.000 per le
attività addestrative. Sì, perché i corsi dei giovani militari non
saranno solo chiacchiere. Agli ignari che cadranno nella rete degli
uffici propaganda delle forze armate verrà offerta la possibilità
di impugnare una pistola (una di quelle vere, non più quelle
giocattolo di quando eri bambino) e di imparare ad ammazzare. Se
riesci a centrare il bersaglio, naturalmente. Si chiameranno “Lezioni
di tiro con l’arma individuale”.
Non si irritino i soliti pacifisti,
antimilitaristi e utopisti. Questo progetto (udite, udite!!!) “si
pone nell’ambito delle iniziative per la diffusione dei valori e
della cultura della pace e della solidarietà internazionale tra le
giovani generazioni”. Straordinario!
I corsi, assicurano i nostri tre
ministri, saranno una “esperienza di vita unica” che contribuirà
“ad avvicinare i giovani ai valori delle Forze Armate, con una
formazione specifica al rispetto e alla difesa dei valori
costituzionali”. Immagino che si comincerà dallo studio di
quell’articolo che comincia con le parole “L’Italia ripudia la
guerra…”.
Per togliere ogni dubbio sul cuore
degli insegnamenti a cui saranno sottoposti i giovani malcapitati, il
disegno di legge ridefinisce a modo suo i compiti istituzionali delle
Forze Armate specificando (fate molta attenzione!) che ci si
riferisce alle “missioni internazionali di pace a salvaguardia
degli interessi nazionali (!), di contrasto del terrorismo
internazionale (!), di soccorso alle popolazioni locali (!) e di
concorso alla salvaguardia delle libere istituzioni (!), in
circostanze di pubblica calamità e in altri casi di straordinaria
necessità e urgenza (!).” Scusate l’ignoranza: dove sta scritto
che questi sono i compiti delle FFAA? Ero rimasto all’articolo 11.
Quali sono gli interessi nazionali che dobbiamo difendere? Da chi?
Quali sono le libere istituzioni che dobbiamo salvaguardare? E poi,
quali sono gli altri casi di straordinaria necessità e urgenza in
cui dobbiamo intervenire?
I ministri presentatori giurano che i
corsi non sono diretti alla promozione o all’acquisizione di titoli
per l’arruolamento nelle Forze Armate. Poi però la legge precisa
che la partecipazione ai corsi sarà riservata ai giovani più bravi,
competenti e atletici, che risiedono nelle aree tipiche di
reclutamento e che hanno il più alto titolo di studio. La vera legge
Balilla, quella fascista del 1926, era meno discriminatoria. Ma si sa
i tempi cambiano, oggi c’è la crisi e le risorse disponibili non
sono più quelle di un tempo. Sarebbe bello poterli indottrinare
tutti. Ve lo immaginate? Ma non ci sono i soldi. Vedremo più in là.
Intanto partiamo con la sperimentazione.
Scherzi a parte (anche se la legge è
stata depositata il 1 aprile 2010 non è uno scherzo), questa legge
non s’ha da fare. In queste ore il governo sta tentando di far
passare il tutto, baipassando la discussione parlamentare, con un
emendamento alla finanziaria. Con il risultato paradossale che da un
lato taglia i fondi per l’addestramento (quello vero) dei soldati
e dall’altro butta 20 milioni per l’addestramento ideologico
delle possibili nuove reclute. Fai sentire la tua voce. Chiama i
parlamentari eletti nel tuo collegio e digli di intervenire subito.
Unisciti alla Tavola della pace. Diciamo no alla legge Balilla. E se
ci sono 20 milioni per la formazione dei giovani, pretendiamo che
siano spesi per educare veramente alla cittadinanza e alla
Costituzione ovvero alla pace e ai diritti umani, alla legalità e
alla giustizia.
Perugia, 5 luglio 2010
Flavio Lotti, coordinatore nazionale della Tavola della pace
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