Si può lasciare così il Bulagaio?
Le erbe infestanti stanno arrivando in mezzo alla strada
L'incuria in cui è lasciato l'arco del Bulagaio, insieme a tutta la zona di via della Pergola, sta raggiungendo livelli preoccupanti. Non solo l'arco è pericolante, con numerose pietre che pencolano minacciando l'incolumità dei passanti (in auto o a piedi), ma le piante infestanti che i sono lasciate crescere sull'antico muro della città stanno invadendo la sede stradale. C'è di tutto: rovi, aceri, viti, edera, vitalbe... una vera giungla, un giardino botanico spontaneo e rigoglioso. E non basta certo andar lì a dare una sforbiciata sulle ramacce più lunghe, o, peggio ancora, spruzzare un po' di diserbante (come abbiamo più volte denunciato sulla Tramontana): ormai è necessario andare a cercare le radici e toglierle dal muro. E poi è necessario iniziare al più presto i lavori di risanamento: l'estate, con le scuole chiuse e il traffico diminuito, sarebbe il momento migliore. Anche perché poi c'è da aspettarsi il peggio. La Giunta comunale, come si ricorderà, aveva inserito l'arco del Bulagaio tra le opere pubbliche da avviare nel 2010, senza mai erogare il relativo finanziamento: ora ha appena approvato una delibera (n. 238 del 3 giugno) secondo cui il restauro del Bulagaio parteciperà a un bando regionale, per poter ottenere i fondi necessari, pari a 115 mila euro (Corriere dell'Umbria, 27 giugno). Ciò significa che il Comune non interverrà direttamente e con urgenza, ma attenderà l'esito del bando - che non è detto vada a buon fine. Così si perderà altro tempo prezioso. Senza contare che il bando regionale è rivolto al "finanziamento di interventi volti alla promocommercializzazione turistica di prodotti tematici e prodotti d’area mediante la realizzazione di progetti integrati collettivi”: viene da chiedersi come c'entri l'intervento sull'arco del Bulagaio, e come la Regione possa farcelo rientrare. E' pur vero che la zona potrebbe tornare ad essere uno dei punti più affascinanti di attrazione turistica per la città, ma per far questo non basta restaurare il monumento, ma occorrerebbe anche togliere per sempre il traffico per restituirlo alla godibilità che merita. Per ora c'è solo da sperare che, mentre il Comune si lancia in sottili manovre finanziarie, l'arco possa resistere al traffico quotidiano e non crolli prima che l'intervento sia all'orizzonte.