Il Diario dal Liceo - 3
In dirittura finale...
A
due settimane dal fatidico 22 Giugno, quasi 500 mila studenti delle
scuole superiori del nostro Paese si stanno attrezzando per
affrontare le prove dell’Esame di maturità. Dopo le recenti
riforme, che lo hanno in parte cambiato, molti ragazzi (e non solo
loro) si sono trovati in difficoltà nel comprendere come va
effettivamente affrontato questo importante passaggio della loro
vita. Le complessità maggiori stanno nel capire le norme per la
composizione della commissione esaminatrice e qual è il criterio di
scelta delle materie della Terza prova. Per quanto riguarda il primo
problema, possiamo prendere l’esempio di un Liceo Scientifico: le
cosiddette “materie interne” saranno Matematica (e quindi
Fisica), Scienze e Disegno, mentre le “esterne”, Inglese,
Italiano e Latino (un commissario), e Storia e Filosofia (un
commissario). Il presidente della commissione proverrà anch’esso
da una scuola esterna a quella dove si svolge l’esame. Il secondo
dei due problemi, la tanto odiata Terza prova, è quello che
preoccupa maggiormente gli studenti. Su questo “ostacolo”,
l’ultimo che separa il candidato dal colloquio orale, la chiarezza
sarebbe d’obbligo, e invece la confusione regna incontrastata
persino tra i professori. In realtà la questione è semplice (se si
capisce il meccanismo) e difficile allo stesso tempo : la commissione
dovrà scegliere quattro materie sui cui verranno formulate delle
domande. Come si fa a decidere quale è meglio mettere? Solitamente,
durante il quinto anno vengono fatte almeno un paio di simulazioni,
in cui gli alunni si cimentano con tutte le discipline che potrebbero
essere presenti. I risultati vengono trascritti nel documento finale
della classe, documento che viene letto dal presidente e dai
commissari. Basandosi su queste e sull’andamento generale nei
cinque anni si giunge alla fine alla compilazione della Terza prova
con: Inglese (obbligatoria), una tra Filosofia e Storia, una tra
Scienze e Fisica, e una tra Latino e Disegno. I commenti di coloro
che l’esame lo hanno dato venti o venticinque anni fa è sempre
grosso modo questo:<<Non era meglio se l’avessero lasciato
come era quando lo abbiamo fatto noi?>> Considerando la fatica
per venire a conoscenza di come funziona il tutto, forse non hanno
poi torto.
Nicolò Canonico
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