Cronache di scuola
riflessioni su una sconfitta educativa
Tardo pomeriggio, la riunione è aperta a tutti i genitori ma i presenti non superano i cento. La preside esordisce - le leggi vanno applicate anche se non ci piacciono - introduce brevemente le novità dell'anno ispirate alla funzione orientativa della scuola media - latino solo cultura, le discipline opzionali fanno media, il bonus per il comportamento corretto, ...- Vorrei fare tante domande sul Laboratorio di Informatica, è una deformazione professionale, ma l'attenzione dell'uditorio, dopo una breve divagazione sulle gite, viene monopolizzata da un argomento, a quanto pare, di interesse primario: l'abbigliamento. Eh sì, la scuola se lo è voluto: nella circolare ha chiesto un abbigliamento "adeguato al contesto educativo", descrivendolo piuttosto dettagliatamente, e durante la discussione ha poi chiarito che la finalità delle indicazioni contenute nella circoare è solo quella di avere un abbigliamento non "sconcio". Non convinti i genitori si scatenano: - è un provvedimento illegittimo perchè contraddittorio e inefficace - è troppo dispendioso dover comprare 7 felpe tutte uguali- non è giusto punire tutti per la scorrettezza di alcuni- potremmo fare sponsorizzare le uniformi per non sostenere i costi - insomma ce n'è per tutti i gusti e non si capisce proprio perchè, malgrado le nuove norme che minacciano seriamente la scuola, tanti genitori si accaniscono così tanto contro un provvedimento che testimonia eventuamente la sconfitta degli educatori.Lo stile di abbigliamento, che il provvedimento tanto discusso si propone di contenere, è proprio quello che viene proposto ai nostri ragazzi da fin troppi adulti, sia del mondo televisivo che di quello reale. Modelli anoressici o sfacciatamente seducenti che ben si prestano ad interpretare un disagio giovanile, spesso altrimenti inesprimibile. Come nel suo stile ironico e pungente Daniel Pennac denuncia nel suo Diario di scuola (http://www.ibs.it/code/9788807017445/pennac-daniel/diario-scuola), la nostra società cerca di imporre ai bambini un ruolo di consumatori che conferisce loro un'identità. Compito oggi più che mai impegnativo per gli educatori è quello di aiutarli nel recuperare la propria. Speriamo di esserne all'altezza.
Angela Cataliotti
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