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Cinema di città. Ruolo e problematiche connesse
Cinema di città. Ruolo e problematiche connesse
Assemblea pubblica, Mercoledì 19 maggio
Cinema Zenith - Assemblea pubblica Il 20 febbraio abbiamo annunciato un incontro pubblico con la volontà di aprire una discussione tra cittadini, operatori culturali e amministrazione. Finalmente dopo diversi rinvii, legati anche alla scadenza elettorale appena passata, abbiamo individuato una data definitiva. E’ pertanto convocata mercoledì 19 maggio alle ore 17,30, presso i locali del cinema Zenith, l’assemblea cittadina coordinata dal prof. Piergiorgio Giacchè (Università degli Studi di Perugia): “Cinema di città. Ruolo e problematiche connesse”. I cinema di città rappresentano a tutt’oggi il 60% delle sale nazionali. Hanno una diffusione capillare sul territorio nazionale (il 40% in comuni capoluoghi di regione o provincia, il 60% negli altri comuni non capoluoghi di provincia). Nel corso dell’ultimo quinquennio hanno chiuso circa 750 schermi. Queste sale, abbandonate alle regole selvagge del mercato, e alla scarsa lungimiranza degli amministratori, rappresentano un patrimonio inestimabile che deve essere salvaguardato. L’importanza che esse hanno nell’economia del cinema italiano, il ruolo rilevante che svolgono sul piano dei consumi culturali del nostro paese e nella vita sociale dei centri urbani delle nostre città, impone uno sforzo e un’attenzione che fino ad oggi non c’è stata. In tutta Italia. Perugia: un’anomalia Perugia rappresenta un’anomalia nel panorama nazionale. La chiusura di quasi tutte le sale del centro storico e le politiche culturali approntate negli ultimi anni richiedono un’analisi approfondita, uno studio della realtà e della sua complessità. Le urgenze non devono essere affrontate come emergenze, ma secondo una strategia che abbia obiettivi precisi e condivisi. Non si può prescindere da una riconsiderazione delle politiche culturali nel loro insieme, delle scelte adottate storicamente, dalle necessità che contraddistinguono questa fase della nostra epoca e prevedere le conseguenze delle scelte future. Tutti i fenomeni, che in un modo o nell’altro ci coinvolgono e ci allarmano, hanno probabilmente un unico filo conduttore e sono il risultato di scelte che vengono da lontano. In sintesi, la chiusura di quasi tutte le sale destinate ad attività spettacolari, il degrado del centro storico, l’occupazione e se vogliamo la ribellione, di masse di giovani che si appropriano di piazza IV novembre, suscitando l’allarme della cittadinanza spingendo le forze dell’ordine a parlare di “problemi di ordine pubblico”, sono in qualche modo collegate tra loro. Allora non serve e non basta, affrontare le questioni una alla volta, trovare soluzioni parziali, senza prima delineare e progettare una strategia complessiva. Facciamo degli esempi pratici che sono anche spunti di riflessione. Storia Quando pensiamo alle scelte operate in ambito di politiche culturali facciamo riferimento alle politiche dei grandi eventi. Da sempre - si potrebbe dire - a Perugia, in Umbria, sono state privilegiate quelle manifestazioni che si caratterizzano per il profilo nazionale e/o internazionale, che sono di breve durata, che fanno grandi numeri. Quali sono i criteri che avallano tali scelte? economici? d’immagine? Ma cosa hanno prodotto storicamente sul territorio? cosa hanno seminato? cosa hanno sedimentato? Sempre sulle scelte di politica culturale. Analizzando le iniziative promosse, festival musicali, teatrali ecc. ci domandiamo: a chi sono rivolte? qual è il pubblico interessato? E di seguito: cosa viene fatto in favore dei giovani? della loro formazione? quali interessi sollecitiamo e in che modo li induciamo ad abbandonare abitudine dannose o quantomeno inutili e dispersive? cosa facciamo per interessarli e qualificarli? Sulla questione degli spazi Perché i cinema hanno chiuso? qual è stato l’investimento pubblico e privato sulle attività cinematografiche e sulla riqualificazione delle strutture? Presente A cosa serve riaprire una sala, e mi riferisco al Turreno, senza una progettazione complessiva, se la conseguenza diretta e immediata potrebbe essere la chiusura dello Zenith e del S. Angelo? come si può pensare o parlare di rete di spazi se non vengono individuate delle specificità di azione e di identità? Per questo è importante arrivare ad una pianificazione, ad una progettazione. E questo arduo compito, questa enorme responsabilità non si può lasciare integralmente sulle spalle di nostri amministratori. Richiede tempo e competenze, dialogo e confronto, ma soprattutto fiducia reciproca.