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Il centro storico: non serve più polizia, ma più vita associata
Il centro storico: non serve più polizia, ma più vita associata
Diamo un’alternativa ai giovani e togliamoli al monopolio della birra e dell’alcol - Con un commento di Silvana Sonno e il comunicato delle associazioni
Sui fatti accaduti nella serata di domenica 11 aprile, riportiamo qui sotto il commento di Silvana Sonno a un precedente articolo della Tramontana, e il comunicato del Centro sociale ex-Mattatoio e altri gruppi. Quei fatti meritano una attenta analisi, perché indicano in modo ormai evidente alcune cose: - che la questione del centro storico non può essere considerata semplicemente una questione di ordine pubblico; - che l’ordine pubblico deve comunque essere indirizzato alla repressione dei reati (come lo spaccio da un lato, e dall’altro l’inosservanza delle ordinanze sui locali pubblici), non alla criminalizzazione dei giovani in generale, come lascia pensare la richiesta indiscriminata di identificazione a tutti i presenti; - che i locali notturni devono cominciare a considerare la città come un bene da difendere, e non da sfruttare, se non vogliono (come l’edera dei giardini) soffocare la pianta su cui vivono e prosperano; - che è ora di togliere ai locali notturni il monopolio delle notti perugine, fatto solo di alcol, e di dare invece ai giovani delle reali alternative: il Comune dovrà impegnarsi, insieme alla Consulta degli studenti, a trovare tutte le soluzioni al bisogno di aggregazione dei giovani, offrendo loro opportunità di crescita e di auto-organizzazione responsabile. Il degrado non è nei giovani: è nell’abbandono dell’idea di città come comunità, nella subalternità alla speculazione, nella assenza di vita partecipativa. La polizia ha altri compiti: lasciamoglieli svolgere; la città pensi a ridarsi luoghi comuni e spazi pubblici.
Il commento di Silvana Sonno: Il primo sabato dopo l'ordinanza antialcol del sindaco Boccali si è concluso con un'esibizione di muscoli della polizia che ha arrestato, in prima serata, tre giovani i quali pare si siano rifiutati di esibire i documenti a un gruppo di agenti in borghese e dunque non riconoscibili. Alla vigilia del 25 aprile certo non fa bene alla democrazia in generale e a Perugia, in particolare, un evento che viene accolto da molti articoli sui giornali locali come un legittimo intervento sicuritario, a scapito di giovani genericamente definiti per la loro vicinanza a centri sociali(non ancora fuori legge, se non sbaglio), e dunque "violenti, di per sé". Altri invece hanno parlato di una "rappresaglia" della polizia per l'aggressione subita in centro nei giorni passati. Al di là di ogni polemica e in attesa di maggiori accertamenti mi sembra utile ribadire che solo la partecipazione attiva e il confronto/ascolto tra cittadini e cittadine e le loro Istituzioni, sul modello socioculturale da perseguire può difendere, non solo le notti, ma anche i giorni di questa città e forse dell'Italia tutta, dal buio di provvedimenti miopi, se solo repressivi, che non possono che nuocere a tutte/i. I giovani arrestati (una ragazza e due ragazzi) hanno potuto contare sul sostegno di amici e familiari, appartenenti alla città e pertanto capaci di mobilitarsi con efficacia, ma se si fosse trattato di tre giovani stranieri cosa sarebbe successo? e il silenzio - in un senso e nell'altro - dell'opinione pubblica non avrebbe forse messo un altro mattoncino al muro generazionale, etnico e politico che non smette di crescere all'ombra delle mura etrusche? Silvana Sonno
Il comunicato stampa delle associazioni: Perugia: arrestati tre attivisti Lorenzo, Michela, Riccardo: Liberi subito! Quella che stiamo per raccontare è una storia di ordinaria follia. Non sappiamo come definire altrimenti quello che è capitato ieri sera a Lorenzo, Michela e Riccardo, tre attivisti del Centro Sociale Ex Mattatoio. I tre si trovavano nella centralissima Piazza IV Novembre e stavano bevendo una birra insieme ad altre persone, in attesa di mettersi in macchina per raggiungere Fabriano per assistere al concerto degli Assalti Frontali, in programma al CSA Fabbri. Tre loschi individui si sono avvicinati chiedendo loro di esibire i documenti senza esibire nessun distintivo. Uno dei ragazzi ha chiesto quale fosse il motivo del riconoscimento ricevendo come risposta uno scossone. Gli animi si sono surriscaldati e sul posto sono arrivate due volanti. Lorenzo, Michela e Riccardo sono stati malmenati, ammanettati e portati via sulle vetture che partivano a sirene spiegate verso la questura. Nel frattempo un altro ragazzo, che aveva ripreso l'accaduto con il videofonino, è stato aggredito da altri poliziotti in borghese rimediando la rottura di un dito. Per tutta la notte nessun avvocato e nessun parente aveva ancora potuto incontrarli e accertarsi delle loro condizioni. L'unica notizia fornita è stata la convalida del fermo dei tre, con l'accusa di resistenza aggravata a pubblico ufficiale. Notizia che ha provocato sgomento e rabbia dei parenti e dei tanti amici/he e compagni/e che nel frattempo avevano raggiunto la questura. Una storia che vede la violenza e la sopraffazione rasentare la follia pura, in cui i vigilanti hanno un potere di discrezionalità pressochè assoluta. Una storia ordinaria, perchè consumatasi sullo sfondo di una città dove si respira sempre più un clima "cileno" e dove sembrano avere legittimità solamente massoni, costruttori, faccendieri e narcotrafficanti. Decine di posti di blocco ogni sera sulle strade del centro storico, poliziotti in borghese, vigilanti e pattuglie a presidiare le piazze e le vie principali. Perugia puzza di deserto. Un deserto che mira ad entrare nelle nostre esistenze per saccheggiarle e svuotarle. Vogliamo la libertà immediata per Lorenzo, Michela e Riccardo, "sangue del nostro sangue". Vogliamo una città altra, e la costruiremo con la forza delle nostre lotte e delle nostre passioni e con la potenza che la nostra indipendenza riesce a sprigionare, sempre e ovunque. Domani mattina (il 12 aprile, N.d.R.) alle ore 10,30 si terrà, presso l'atrio del Comune, in Via dei Priori, una conferenza stampa pubblica, in cui verrà denunciata alla stampa ed alla città intera il gravissimo episodio accaduto.
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