Il Comune rinuncia all’Ici sulle nuove costruzioni invendute
Un incoraggiamento per nuove edificazioni inutili - Comunicato stampa di Perugia civica
L’accordo con le parti sociali sul bilancio 2010 Il Comune rinuncia all’Ici sulle nuove costruzioni invendute: un incoraggiamento per nuove edificazioni inutili Apprendiamo con preoccupazione dall'ufficio stampa del Comune che il PROTOCOLLO D’INTESA TRA L’ AMMINISTRAZIONE COMUNALE E LE PARTI SOCIALI del 26 marzo, insieme a molti punti positivi soprattutto per l’attenzione al sociale e alle fasce più deboli, prevederebbe però anche la possibilità della riduzione dell’ICI per le nuove costruzioni rimaste invendute. Riteniamo grave, qualora venisse adottata questa misura, l'ulteriore riduzione di entrate per il Comune a vantaggio di operazioni di edificazione non corrispondenti ad una reale domanda di alloggi. Le nuove costruzioni rimaste invendute incombono ormai sul panorama urbano in modo grave e pericoloso. La nostra città ha subìto, nell’ultimo decennio, una espansione edilizia enorme, superiore a qualsiasi altra realtà italiana, creando uno spreco di territorio e di risorse e un crescente bisogno di servizi a carico della collettività. La crisi del settore edilizio, nella nostra città, non è solo conseguenza della più generale crisi economica, ma è soprattutto frutto dell’incontrollato aumento dell’offerta di abitazioni, del tutto sproporzionata alle reali esigenze abitative della popolazione. In tutti i quartieri si stagliano palazzi e palazzine, desolatamente vuoti e chiusi. Interi fabbricati, intere aree edificate appaiono deserte e abbandonate, e fanno nascere inquietudini e sospetti su certe acquisizioni speculative. Chi può comprare tutto questo patrimonio edilizio? Non certo le famiglie, non certo i risparmiatori; e allora chi ha oggi i capitali da immobilizzare in case inutilizzate? In questo panorama, la riduzione dell’Ici appare un ulteriore, gravoso balzello imposto alla collettività, che potrebbe avere anche l’effetto di incoraggiare altre inutili edificazioni: sarebbe cioè una droga per un settore che ha invece bisogno di una profonda disintossicazione. La via per uscire dalla crisi edilizia è quella di affrontare seriamente, e di incoraggiare in modo sostanziale, il recupero edilizio della città storica, la sua ristrutturazione in vista di un ritorno consistente dei residenti nel centro storico. Questa è la strada per garantire anche l’occupazione nel settore edilizio. La cubatura esistente, infatti, potrebbe soddisfare tutte le esigenze abitative della città del futuro, anche nelle previsioni più ardite di aumento del numero di abitanti. Togliere l’Ici alla proprietà edilizia speculativa significa togliere risorse che servono per i bisogni della città. Il Comune potrebbe perdere centinaia di migliaia di euro: proprio quelli che servono, in un periodo di tagli e difficoltà, a garantire servizi adeguati e una vita culturale degna di questo nome. Il comitato esecutivo del movimento Perugia Civica
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