BRUSHWOOD DECIMA UDIENZA
Sono stati ascoltati decine di testimoni della difesa
Questa mattina c’è stata un’udienza abbastanza lunga, nella quale sono stati ascoltati decine di testimoni della difesa. Ne rimangono solo cinque, che saranno ascoltati la prossima volta, il 20 aprile. Poi la Corte scioglierà la riserva se accettare o meno le intercettazioni telefoniche, nel caso le accettasse ci vorranno probabilmente ancora dei mesi, in caso di rifiuto il processo potrebbe finalmente andare verso la conclusione, con una nuova udienza che è stata già fissata per il 18 maggio – sempre di martedì.
Sono stati ascoltati i responsabili di alcune ditte dei trasporti che hanno confermato che dall’Umbria sarebbero partiti 5 autobus per la manifestazione di Vicenza del 17 febbraio 2007. L’episodio è importante perché secondo l’Accusa unica prova a carico di Michele Fabiani e Andrea Dinucci per l’incendio ad una villetta in costruzione nella frazione spoletina di Colle San Tommaso sarebbe rappresentato dalla presenza di un giornale locale vicentino parzialmente combusto, che si ipotizza sia stato usato come innesco, proprio della data del 17 febbraio (quando appunto i due erano andati alla manifestazione). In virtù di queste testimonianze, le difese, insistendo sul fatto che a Vicenza fossero andati in centinaia dall’Umbria, hanno ribadito l’insufficienza di questo indizio per provare la colpevolezza dei due ragazzi.
Sono stati ascoltati anche quattro Vigili del Fuoco, secondo i quali non vi è prova della dolosità dell’incendio ai danni del cosiddetto “Ecomostro” di via della Posterna, mentre il PM ne attribuisce la responsabilità a Michele. Se a questo aggiungiamo che nelle scorse udienze erano stati ascoltati sei testimoni che hanno dichiarato che Michele era da un’altra parte, ad un incontro politico, di cui era relatore, l’ipotesi di una sua responsabilità perde qualsiasi fondamento.
E’ stato ascoltato ancora un nuovo tecnico, che si aggiunge ai numerosi già sentiti all’ultima udienza, il quale avendo svolto indagini sulle impronte trovate sulle rivendicazioni, ha confermato che esse non corrispondono a quelle di nessuno degli imputati e nemmeno a quelle dell’impiegata che ha aperto la busta.
E’ stato sentito inoltre Franco Dinucci, padre di Andrea, che ha dettagliatamente spiegato la vicenda degli assegni che il PM ha confuso con dei proiettili. Ha inoltre smentito le affermazioni del teste dell’Accusa che in un primo momento, subito dopo gli arresti, ha aiutato la famiglia Dinucci ammettendo di essere presente anche lui allo smistamento degli assegni. Versione poi purtroppo ha smentita, una volta sentito dai ROS, giustificandosi con la bizzarra tesi che quando aveva fatto le sue dichiarazioni che ora nega, sarebbe stato sotto l’effetto di alcol. Su questa strana vicenda (il teste dell’Accusa è stato più volte arrestato per droga, poi incredibilmente prosciolto e ora di nuovo in carcere per reati analoghi) è intervenuta anche la mamma di Andrea. Monica era presente al momento in cui questo soggetto venne dal suo avvocato a fare quelle dichiarazioni a favore di suo figlio che poi avrebbe smentito, confermando che non era ne ubriaco ne che aveva subito pressioni dall’avvocato per estorcergli quella testimonianza. Franco ha sottolineato la “moralità” di quel teste così fondamentale per il PM, ricordando che fu proprio lui a dargli quegli assegni poi rivelatisi falsi per recuperare un vecchio debito. Comunque stiano le cose – al netto di queste testimonianze, di queste retromarce, degli ignoti motivi che le avrebbero provocate – solo una cosa è chiara: tutti, sia i testimoni della difesa che quelli del PM, parlano solo e unicamente di assegni, Michele non ha mai ricevuto proiettili da Andrea e non li ha mai spediti all’ex presidente regionale Maria Rita Lorenzetti. Punto.
L’appuntamento è per martedì 20 aprile 2010 ore 9 in via Bramante per la prossima udienza!