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8 marzo: festa della parte femminile di tutti/e noi
8 marzo: festa della parte femminile di tutti/e noi
La politica dei potenti ha umiliato la figura della donna, e quella dell'uomo
L'8 marzo non ci piace più: non piace più nemmeno alle donne che lo pensavano come giorno di riscoperta, riscatto e rivendicazione, ridotto com'è al dono di un fiore alla donna da parte di un uomo, o a malinconiche serate di spogliarelli maschili. Un rovesciamento di significato e una riconferma di ruoli antichi e ribaditi. E invece c'è bisogno di ridar valore all'8 marzo, specie in questi tempi in cui la figura della donna è stata umiliata dalla politica dei potenti, riportata alla condizione di merce di scambio per la corruzione, di "corpo" offerto al vincitore del momento. In realtà, ne è uscita umiliata anche quella dell'uomo, che (a vedere i comportamenti dei potenti) sembra ridotta a quella di persone incapaci di stare con le donne, per cui devono ricorrere ai soldi e al potere per "averne" qualcuna per qualche ora. Per fortuna, così come esistono tanti modi diversi di esser donna, esistono anche tanti modi diversi di essere uomo. Noi continuiamo a pensare che tra uomo e donna conti la relazione, non il mercato o l'esercizio del potere; e che sia possibile stabilire relazioni positive a partire dal riconoscimento dell'altro/a, di ciò che ha in comune e di ciò che è irriducibilmente differente: in questo modo anche il rapporto di potere, che si crea comunque, non sarà univoco ma potrà esser negoziato e reversibile. Che ne pensano lettrici e lettori?