16/07/2024
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La primavera dei diritti
Primo marzo 2010, un bel giorno per il cammino dei diritti

Da Rosarno a Milano, in tutta Italia ha avuto successo la mobilitazione dei migranti. La primavera antirazzista proseguirà con altre iniziative fino al 21 marzo. Per rompere il muro dell’ipocrisia e aprire gli occhi su un Paese che è già cambiato: gli immigrati ne rappresentano una componente importante, sono una risorsa decisiva per interi settori produttivi, dall’agricoltura all’allevamento, dall’edilizia alla ristorazione; sono una colonna portante del sistema di welfare col loro lavoro di cura nelle nostre famiglie.
Tutti lo sappiamo eppure fingiamo di non vederlo. La società italiana non può fare a meno di loro ma quasi se ne vergogna, li guarda con fastidio. In realtà non ne avremmo motivo, ma politici e tv continuano a parlarci d’immigrazione come un pericolo, una minaccia. Anziché aiutare la società ad affrontare i cambiamenti che l’attraversano, è più facile soffiare sul fuoco delle paure e nascondersi dietro il cinismo di leggi inutili e dannose, che non servono a risolvere i problemi ma solo a confinare i migranti in una condizione di subalternità, senza diritti né tutele, talvolta in condizioni di sfruttamento disumane.
Reagire alla paura senza cercare capri espiatori, ritrovare il filo di un discorso comune e le ragioni di una nuova convivenza: si può fare, a patto di guardare in faccia la realtà dei migranti che sono in mezzo a noi, con le loro storie, culture e speranze; a patto di voler vedere la buona integrazione che c’è già, in tanti luoghi di lavoro, nelle scuole e nei quartieri delle nostre città.
Serve un grande sforzo culturale, e i migranti devono esserne protagonisti. Smontare i pregiudizi, riannodare i fili del dialogo sociale. Capire che i diritti sono indivisibili, o sono per tutti o rischiano di non esserci per nessuno. Che serviamo gli uni agli altri, e per vivere liberi e sicuri dobbiamo anzitutto garantire a chi ci sta accanto la stessa libertà e sicurezza. Che non conta dove siamo nati, ma appartenere alla stessa comunità, condividerne bisogni e risorse, diritti e responsabilità.



Arci Comitato Trasimeno 2


Inserito giovedì 4 marzo 2010


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