16/07/2024
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Perugia e la sua bella aria di tramontana
Un rapporto dell'OMS rivela che in Italia Pm10 e ozono causano 9 mila decessi all’anno. Qual'è la situazione a Perugia?

Cosa sono i PM10?

Con la sigla PM10 (Particulate Matter, sostanza particolata) si definisce la polvere sospesa in aria, di dimensioni minori di 10 μm, costituita da un miscuglio di particelle carboniose, fibre, silice, metalli, particelle liquide, che a loro volta possono essere costituite da inquinanti allo stato liquido o sciolti in acqua (NOx, SOx). La dimensione delle polveri è in relazione alla loro capacità di penetrazione nell'organismo tramite la respirazione: più sono piccole e più penetrano in profondità.

Da dove vengono i PM10?

Nei centri urbani come Perugia la presenza di PM10 è in gran parte dovuta a processi di combustione incompleta di materiale organico naturale e di derivati del petrolio: le due fonti principali sono il riscaldamento domestico (sopratutto camini, caldaie a pellet, caldaie a gasolio e in misura molto minore le caldaie a gas metano) e il traffico veicolare (automobili a benzina e diesel, in misura molto minore quelle a metano e GPL). Altre fonti naturali sono le piante (pollini), piogge miste a sabbia, i vulcani ecc... Nelle aree industriali le principali fonti sono costituite da fabbriche, centrali elettriche a combustibili fossili, inceneritori o termovalorizzatori.

Effetti sulla salute dei PM10

Uno studio dal titolo ''Impatto sanitario del PM10 e dell'ozono in 13 città italiane” ( http://www.apat.gov.it/site/_contentfiles/00143900/143930_miscellanea_pm10.pdf ) condotto dall'Organizzazione Mondiale per la Sanità (Oms) per conto dell'Agenzia per la protezione dell'ambiente (Apat) ha evidenziato che tra il 2002 e il 2004 gli effetti a lungo termine delle concentrazioni di PM10 superiori ai 20 microgrammi a metro cubo (μg/mc) hanno causato una media annuale di 8.220 morti, vale a dire il 9% della mortalità negli over 30 per tutte le cause, esclusi gli incidenti stradali. E' possibile scomporre l'impatto della mortalità per gli effetti cronici oltre i 20 μg/mc in: cancro al polmone per 742 casi all'anno, infarto per 2.562 e ictus per 329. Tra le malattie provocate dal PM10 ci sono anche bronchiti, asma, sintomi respiratori in bambini e adulti.

Normativa Europea e Italiana sui PM10

Le direttive europee 1999/30/EC e 96/62/EC, fissano i limiti per la concentrazione dei PM10 nell'aria da raggiungere in due fasi distinte. La prima dal 1gennaio 2005 le seconda dal 1 febbraio 2010. Il DM 60 del 2 aprile 2002 accoglie le direttive europee fissando i limiti relativi alla fase 1 della 96/62/EC. La seconda fase manca ancora di un recepimento normativo Italiano.

Nel 2005 molte delle città considerate dallo studio dell'OMS avevano raggiunto i 35 giorni di eccedenza dei 50 μg/mc già alla fine di marzo e poche avevano rispettato i limiti annuali di 40 μg/m3.

La situazione a Perugia (dati ARPA - UMBRIA)

La seguente tabella riporta il numero delle giornate in cui sono stati superati i limiti di 50 ug/mc. La legge ammette un numero massimo di 35 superamenti, 7 dal 2010 (limite ancora non recepito)

Il seguente grafico rappresenta l'andamento della concentrazione dei PM10 a Perugia del mese scorso nelle tre stazioni di rilevamento di Parco Cortonese, Ponte San Giovannio e Fontivegge. La linea orizzontale nera rappresenta il limite della concentrazione giornaliera (50μg/mc) attualmente in vigore, la linea orizzontale rossa il limite della concentrazione media annuale di 20μg/mc che dovrebbe essere raggiunta da quest'anno, anche se il parlamento italiano non ha ancora recepito la direttiva europea:

Quando la normativa Italiana si adeguerà alla direttiva Europea la situazione a Perugia sarà a dir poco drammatica essendo ammessi solo 7 superamenti all'anno del limite giornaliero di 50μg/mc. Nell'esempio sopra riportato avremmo in un solo mese già 9 superamenti a Fontivegge e 7 a Ponte San Giovanni. A poco servirà il recente spostamento della centralina di Fontivegge in una zona più lontana dal traffico. Cosa fanno i nostri amministratori per risolvere questo problema di sanità pubblica? Costruiscono rotonde, raccordi autostradali, svincoli, ponti, mezzi di trasporto pubblico innivativo che collegano il nulla al niente e...tra poco, un bel termovalorizzatore (altresì detto inceneritore).

Debbo concludere, come sempre, che ogni ulteriore commento è superfluo.



Roberto Pellegrino - Perugia Civica

Inserito martedì 2 marzo 2010


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Commenti

Nome: Roberto Pellegrino
Commento: Caro Moreno, è vero: nei rapporti Arpa non ci sono i dati quantitativi “giorno per giorno” che si trovano invece nei bollettini giornalieri aggiornati quotidianamente. E' vero anche che il numero di superamenti che si hanno nel capoluogo Umbro è purtroppo simili a quello di grandi città come Napoli, Milano, Roma ecc. Ciò si spiega sia con la bassa densità abitativa di Perugia (367,1 ab/Kmq, media Italia:1814) sia con l'elevato indice di motorizzazione: 69 auto ogni 100 abitanti (media Italia 61, media Europa 46). Il tutto è chiaramente illustrato nei rapporti Eutomobility: http://www.euromobility.org/documenti/atti_di_convegni/2009_50_citt%C3%A0/Presentazione50citt%C3%A02009.pdf Grazie per il commento all'articolo!

Nome: moreno
Commento: Molto importante per valutare la qualità dell'aria ed applicare correttamente le normative per il risanamento della stessa è il giusto posizionamento delle centraline di rilevamento. La normativa per posizionare discende da una Direttiva CEE del 1996 (96/62/ce) e questa prevede che tali strumentazioni siano poste ad una distanza non inferiore a certe fonti di emissione, quali strade e altro. Questo per fare in modo da misurare non il "picco" ma il valore medio. Oltretutto il "superamento" è un valore binario (c'è o non c'è) ma nei rapporti di ARPA o Regione non c'è nessun riferimento quantitativo. Tutto questo per dire solo che mi sembra molto strano che i superamenti dell'Umbria siano pressochè gli stessi della Lombradia e quelli di Perugia paragonabili a quelli di Terni. Cordiali saluti

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