Cocciutamente sciopero
Il documento del coordinamento per lo sciopero del lavoro migrante in Italia
Si è cominciato a parlare di 1° marzo e di sciopero dei migrantigrazie al coraggio delle donne che hanno lanciato la campagna su Facebook. Poi hanno cominciato a parlarne anche i migranti e lemigranti nei posti di lavoro, nelle RSU, nei coordinamenti e neiluoghi di aggregazione. Allora molti si sono affrettati a dare lezionie a cercare di correggere il tiro. Uno sciopero sarebbe destinato afallire, si è detto. Sarebbe uno sciopero etnico che dividerà ilavoratori, si è accusato. Si afferma che è uno sciopero che non sipuò fare, perché la precarietà e il lavoro nero innalzano barriereinsormontabili.
Vi sono però lavoratori e lavoratrici che cocciutamente, ignorando le lezioni e superando le barriere, losciopero lo stanno costruendo sul serio. Andando verso il 1° marzo laparola sciopero ha unificato non solo un grande movimento disolidarietà verso i migranti, ma anche i lavoratori, e non solo quelli migranti.
Il 1° marzo lo sciopero si può fare e si farà, e coloro che si asterranno dal lavoro, dicendo no alla legge Bossi-Fini e alpacchetto sicurezza, parleranno anche di chi è già precario perché lasua permanenza in questo paese è legata a doppio filo a un contrattodi lavoro.
Parleranno di chi il permesso di soggiorno non l'ha mainemmeno visto, proprio a causa della clandestinità che la Bossi-Fini produce e il pacchetto sicurezza criminalizza. Parleranno anche di chiè precario e sottopagato pur essendo italiano.
Il 6 febbraio, a Brescia, una grande manifestazione contro il razzismoistituzionale che i governi locali stanno applicando con ferocia hacoinvolto 20mila uomini e donne di diverse generazioni, nellamaggioranza migranti.
La parola d'ordine dello sciopero si è amplificata costantemente durante quella manifestazione e inconclusione sono stati pubblicamente fatti i nomi delle aziende nellequali lo sciopero il 1° marzo ci sarà.Il 7 febbraio a Suzzara, nel Basso Mantovano, decine di lavoratorimigranti si sono incontrati per discutere degli effetti della crisinell'era della Bossi-Fini, individuando i luoghi di lavoro nei qualilo sciopero può essere preteso. In almeno tre aziende nel BassoMantovano, per almeno un'ora in ogni turno, lo sciopero il 1° marzo cisarà.
Il 14 febbraio a Bologna oltre un centinaio di lavoratori elavoratrici ha preso parte a una grande assemblea nella quale alcunidelegati, italiani e migranti, hanno dichiarato il loro sostegno allo sciopero. Assieme lavoreranno a partire dalle RSU, ma ancheinterpellando i loro sindacati per dichiarare lo sciopero.
Possiamodire con ragionevole fiducia e cocciutaggine che anche nella provincia di Bologna 1° marzo lo sciopero ci sarà.Sappiamo che in altre province, come Reggio Emilia e Parma, lavoratorimigranti e italiani stanno andando nella stessa direzione. Si trattadi percorsi importanti e la loro forza non può essere messa a tacerené dal governo né da quanti ritengono che, quando i migranti parlano,il lavoro si divide.
Questo percorso afferma chiaramente che lottare insieme ai migranti è necessario per affermare i diritti di tutte lelavoratrici e i lavoratori. Per il primo marzo si stanno preparandomoltissime mobilitazioni nel segno della lotta contro il razzismo.
Noi sosterremo e contribuiremo a organizzare queste manifestazioni. Il 1°marzo però sarà soprattutto nel segno dei migranti e di tutti coloroche si assumeranno con loro il rischio della libertà di sciopero,dicendo no allo sfruttamento e alle gerarchie imposti dalla leggeBossi-Fini.
Appena lo sciopero del lavoro migrante sarà realtà,smettendo di essere un mito o un'eterna promessa, la differenza deimigranti dentro al lavoro e nella vita quotidiana sarà meno terribile.