CamminaOsterie: all'inizio l'acqua, ma alla fine...
Fotocronaca della camminata delle osterie
Pomeriggio del 20 febbraio: in piazza del circo, un gruppo di irriducibili si ripara sotto un albero; non si fanno certo spaventare dalla pioggia che cade fitta e insistente. Viene ricordata l'osteria dello "Sbobba", lì nella piazza del circo, con le sue "colazioni dell'artigiano" a base di fagioli e altri legumi; e poi la camminata parte. A S. Ercolano, sosta per menzionare l'oste "Panzanella", e il cremore tartaro di Lemmi; ricordiamo anche il mercato del martedi e del sabato. Poi saliamo le scalette, mentre la pioggia aumenta di intensità. In piazza Matteotti, molte sono le testimonianze: dalla Birreria "Perugia" alla sequela di drogherie, farmacie e osterie di piazza Matteotti: in una di queste, in tempi più recenti c'era la friggitoria della filovia. E poi i negozi storici, come i Bavicchi, e il primo negozio dei Buitoni a Perugia. Le botteghe vendevano di tutto, dal ruzzolone all'immancabile bicchiere di vino. Si gira in via del Forno, luogo del classico "fritto" fino agli anni Settanta. Tutto intorno, trattorie, osterie e pasticcerie, come quella celebre dei successori di Giacomo Schucani, detti "gli Svizzeri". In piazza Danti, mentre ormai il sole colora le facciate dei palazzi e la pioggia è solo un ricordo, si ricordano due locali caratteristici: la fiaschetteria del "tram elettrico" (e si lamenta che, dopo la fiaschetteria del tram e quella della filovia, oggi non ci sia quella del minimetrò), e il caffè Turreno.
A questo punto facciamo un rapido dietro-front e torniamo all'incrocio tra via Pinella e corso Vannucci: qui entriamo nel negozio di scarpe ad ammirare gli affreschi del bar Milano, il più elegante della Perugia della belle époque. Riprendiamo la strada per via Vecchia, fino a piazza Grimana, l'ingresso al borgo di P.S.Angelo segnato dal negozio dei fratelli Bindocci, pieno di mercanzie di tutti i tipi tra cui le torce "a calo" per i funerali. Prima di risalire il borgo, viene ricordata l'osteria di piazza del Duca, tenuta dalla signora Sartoretti detta "Barulla", ove avvenne una celebre rissa per colpa di una partita di morra.
Davanti a S. Agostino, ci fermiamo davanti allo "spaccio" che, oltre all'immancabile mescita, teneva la pasta, che si vendeva a peso e si portava via appena avvolta in un pezzetto di carta. La camminata volge al termine: ma dopo tanto parlare di osteria, non poteva mancare la visita ad un luogo che, seppur non è un'osteria, ma un circolo, conserva tutto l'aspetto tradizionale dell'osteria: è il circolo di Corso Garibaldi, antico ritrovo popolare, ancor oggi frequentato dai (pochi e anziani) residenti rimasti nel borgo. Qui, al banco, ci siamo presi finalmente il meritato bicchieretto.
Era ora: dopo la scarpinata, il vino ci ha rinfrancato e rimesso in sesto, pronti a rifarci la strada all'indietro.
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