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Comune di Perugia: Consiglio Grande su “istituzione del registro testamento biologico”
vera Partecipazione democratica o ennesima strumentalizzazione?

Il Comune di Perugia ignora la petizione presentata dai Radicali ma si prepara ad approvare una “sua” versione dell'istituzione del registro del testamento biologico, con tanti se... e tanti ma... 

Come per la recente vicenda dell'acqua pubblica, anche per il testamento biologico i cittadini che tentano di partecipare all'amministrazione della città con i mezzi previsti dallo statuto (istanze, petizioni, proposte di deliberazione...) vengono raggirati o, peggio, strumentalizzati, alla faccia delle belle promesse elettorali del sindaco Boccali sulla "democrazia partecipata".

Il meccanismo è il seguente: i cittadini presentano, come in questo caso, una petizione. L'amministrazione comunale invece di attuare i previsti comporamenti (art. 6, regolamento sulla partecipazione popolare), come ad esempio richiedere chiarimenti o istituire un dialogo con i proponenti per giungere ad una proposta condivisa, si chiude in un silenzio tombale lasciando decorrere i tempi della pratica. Nel frattempo elabora una sua proposta, molto più rispondente alle esigenze di certi giochetti politici di palazzo piuttosto che a quelle avanzate dai cittadini. Inutile dire che quest'ultima verrà deliberata in Consiglio Comunale. Partecipazione democratica? Fandonie!

Ecco come sono andati i fatti per la petizione presentata dai Radicali di Perugia:

  1. il 9 ottobre 2009 i Radicali depositano in Comune una petizione in cui i numerosi firmatari chiedono che sia istituito il registro del testamento biologico.

  2. il 13 ottobre 2009 il consigliere Bori (PD) elabora un Ordine del Giorno avente per oggetto: “Istituzione del Registro dei Testamenti Biologici”. Come vedremo il testo è simile a quello dei Radicali ma contiene una frase che pone la volontà dei cittadini in posizioni subalterne all'esito di eventuali leggi nazionali in materia. Inspiegabilmente la discussione su tale O.d.G. è costantemente rimandato.

  3. Durante i 90 giorni successivi alla presentazione della petizione nessun politico né dirigente del Comune convoca i promotori della petizione per chiedere precisazioni in merito e giungere ad una proposta di delibera condivisa.

  4. il 7 gennaio 2010, nel silenzio totale, scadono i termini entro i quali la Giunta o il Consiglio Comunale avrebbe dovuto adottare “motivata decisione” rispetto alla petizione presentata dai Radicali.

  5. Il 15 febbraio si consuma sberleffo finale alla PARTECIPAZIONE DEMOCRATICA: L'amministrazione convoca il Consiglio Grande sulla istituzione del registro del Testamento Biologico, una seduta aperta alla cittadinanza che non prevede, da statuto, la votazione di delibere. Questa è rimandata ad una seduta ordinaria successiva.

A cosa è servito il Consiglio Grande? Se lo scopo era quello di permettere agli assessori e consiglieri di confrontare la propria opinione con quella dei cittadini, l'obbiettivo è miseramente fallito in quanto molti di loro se ne sono andati, o hanno fatto capolino a tratti, sindaco compreso (evidentemente avevano le idee già chiare in merito, infatti l'O.d.G. di Bori è stato preparato appena due giorni dopo la presentazione della petizione dei Radicali).

Esaminiamo ora l'O.d.G. di Bori che verrà discusso in uno dei prossimi Consigli Comunali. Esso recita: “proponiamo che venga deliberato...di istituire, fatta salva l'approvazione di una apposita normativa nazionale in materia, un registro di raccolta dei testamenti biologici o dichiarazioni anticipate di volontà”. In altre parole la versione di Bori pone la volontà del Comune, e quindi dei cittadini che esso rappresenta, in una posizione subalterna rispetto al parlamento italiano che sull'argomento del testamento biologico non è stato ancora in grado di prendere una decisione definitiva.

Non so se questo O.d.G. verrà modificato e deliberato, ma visto com'è andata a finire la vicenda della privatizzazione dell'acqua pubblica non mi stupirei se passasse immodificato.

Il testo proposto dalla petizione dei radicali è il seguente: “i cittadini... chiedono che il Comune di Perugia istituisca un Registro per raccogliere le dichiarazioni di Testamento biologico, tutelando la liceità degli atti di disposizione del corpo e dell´integrità personale, la tutela della privacy e il rispetto del principio di autodeterminazione in una materia che tocca profondamente la libertà e il destino della persona”.

So bene che non è compito dei Comuni legiferare ma non c'è dubbio che questi enti, per essere quelli più diretto contatto con la cittadinanza, possono farsi portatori della volontà popolare anche in sede nazionale, sopratutto se già molti comuni Italiani (circa 150), hanno avuto il coraggio di istituire il registro del testamento biologico, senza tanti “se” e tanti “ma”. Perchè il Comune di Perugia non ha questo coraggio? Perchè ha di fatto ignorato la proposta contenuta nella petizione dei Radicali? A cosa è servito il Consiglio Grande se la decisione era già stata presa appena due giorni dopo la presentazione della petizione dei Radicali? Ancora una volta temo che i nostri amministratori abbiano in mente una Perugia completamente diversa da quella che vorrebbero i suoi abitanti.



Roberto Pellegrino

Inserito giovedì 18 febbraio 2010


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Commenti

Nome: Nicoletta Bernardi
Commento: Post sul blog di Civiltà laica: "Testamento Biologico a Perugia: un Consiglio grande e piccole meschinità" - http://civiltalaica.splinder.com/post/22253020/Testamento+Biologico+a+Perugia

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