14/08/2024
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A Perugia l'acqua è in vendita

Lunedì 8 febbraio a Perugia, in occasione della seduta del consiglio comunale cittadino, presidio di protesta del Comitato umbro acqua pubblica. Il sit in è stato organizzato proprio in occasione della delibera finale per la modifica dello statuto comunale a seguito della raccolta di ben 1500 firme contro la privatizzazione dell'Acqua e per garantire 50 LT/procapite al giorno ad ogni cittadino.

A PERUGIA L'ACQUA E' VENDUTA!


Ieri pomeriggio si è svolto il Consiglio Comunale per deliberare la proposta  d´iniziativa popolare contro la privatizzazione dell´acqua con un aula  stracolma di cittadini, rimasti composti e pazienti ad assistere alla  discussione  fino a tardissima ora (qualcuno è dovuto scappare via perché  chiudeva il minimetrò, tanto per citare anche l´efficienza del servizio dei  trasporti in Umbria).

La proposta dei cittadini prevedeva di inserire sullo statuto comunale 4
punti:

1) riconoscere il Diritto umano all'acqua, ossia l´accesso all´acqua come  diritto umano, universale, indivisibile, inalienabile e lo status dell´acqua  come bene comune pubblico;
2) confermare il principio della proprietà e gestione pubblica del servizio  idrico integrato e che tutte le acque, superficiali e sotterranee, anche se non  estratte dal sottosuolo, sono pubbliche e costituiscono una risorsa da  utilizzare fuori  dalle leggi di  mercato e secondo criteri di solidarietà;
3) riconoscere che la gestione del servizio idrico integrato è un servizio  pubblico locale privo di rilevanza economica, in quanto servizio pubblico  essenziale per garantire l´accesso all´acqua per tutti e pari dignità umana a  tutti i cittadini, la cui gestione va attuata attraverso gli Artt. 31 e 114 del  d. lgs n. 267/2000;  4)garantire il diritto umano all'acqua attraverso l´erogazione in forma  gratuita del quantitativo minimo vitale  pari  a 50 litri di acqua per persona  per l´alimentazione e l´igiene umana al giorno.
E´ stato detto ai cittadini che questi punti erano  improponibili, illegali,  che non spettava  al Consiglio Comunale  decidere se un servizio è privo di  rilevanza economica, nonostante sia stato loro dimostrato il contrario, con l´  esempio dei 150 comuni italiani che hanno modificato lo statuto comunale in tal  senso e i pareri di esperti, sentenze della Corte dei Conti, parere del CNEL e  Consiglio di Stato!
In conclusione,  bocciata con 7 voti a favore, 12 contrari e 14 astenuti!
La  risposta ai cittadini è stato di deliberare questi quattro punti:

1) riconosce nello Statuto Comunale un generico diritto umano all´acqua;
2) la validità del comma 1 dell´art.23 della l. 133 (in linea con il governo
Berlusconi!) che riconosce "la proprietà pubblica" MA NON LA GESTIONE,  confermando che questa debba essere fatta con sistema delle S.P.A. del  profitto;
3)  di farsi promotore presso tutte "le sedi istituzionali" che escludano il  servizio idrico dai servizi di rilevanza economica, ESCLUDENDO LA PRIMA SEDE  ISTITUZIONALE CUI COMPETE QUESTO,  CIOÈ PROPRIO IL COMUNE!
4) di indicare alla Regione dell´Umbria di fare ricorso contro l´art. 15 del  Decreto Ronchi, OGGI,  CHE I TERMINI PER IL RICORSO SONO SCADUTI!

Con questa delibera, senza concedere ulteriori possibilità di discussione, il  Consiglio Comunale di Perugia ha liquidato la democrazia e la  volontà popolare  di questa città, confermando la privatizzazione del servizio idrico e la  mercificazione di un diritto umano fondamentale.
L´acqua è un bene prezioso e Umbra Acque SPA ne saprà trarre il giusto  profitto, dalle tariffe dei degli utenti e dai finanziamenti pubblici, nell´interesse della multinazionale SUEZ e di  Caltagirone!



Comitato umbro per l'acqua pubblica


Inserito mercoledì 10 febbraio 2010


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Commenti

Nome: francesco
Commento: l'ennesima conferma che le amministrazioni sono sorde alla voce dei cittadini! il muro di gomma su cui rimbalza ogni osservazione è vergognoso!!! poi si lamentano di perdere il consenso popolare...ma và!!!

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