Lunedì 8 febbraio a Perugia, in occasione della seduta del consiglio comunale cittadino, presidio di protesta del Comitato umbro acqua pubblica. Il sit in è stato organizzato proprio in occasione della delibera finale per la modifica dello statuto comunale a seguito della raccolta di ben 1500 firme contro la privatizzazione dell'Acqua e per garantire 50 LT/procapite al giorno ad ogni cittadino.
A PERUGIA L'ACQUA E' VENDUTA!
Ieri pomeriggio si è svolto il Consiglio Comunale per deliberare la proposta d´iniziativa popolare contro la privatizzazione dell´acqua con un aula stracolma di cittadini, rimasti composti e pazienti ad assistere alla discussione fino a tardissima ora (qualcuno è dovuto scappare via perché chiudeva il minimetrò, tanto per citare anche l´efficienza del servizio dei trasporti in Umbria).
La proposta dei cittadini prevedeva di inserire sullo statuto comunale 4 punti:
1) riconoscere il Diritto umano all'acqua, ossia l´accesso all´acqua come diritto umano, universale, indivisibile, inalienabile e lo status dell´acqua come bene comune pubblico; 2) confermare il principio della proprietà e gestione pubblica del servizio idrico integrato e che tutte le acque, superficiali e sotterranee, anche se non estratte dal sottosuolo, sono pubbliche e costituiscono una risorsa da utilizzare fuori dalle leggi di mercato e secondo criteri di solidarietà; 3) riconoscere che la gestione del servizio idrico integrato è un servizio pubblico locale privo di rilevanza economica, in quanto servizio pubblico essenziale per garantire l´accesso all´acqua per tutti e pari dignità umana a tutti i cittadini, la cui gestione va attuata attraverso gli Artt. 31 e 114 del d. lgs n. 267/2000; 4)garantire il diritto umano all'acqua attraverso l´erogazione in forma gratuita del quantitativo minimo vitale pari a 50 litri di acqua per persona per l´alimentazione e l´igiene umana al giorno. E´ stato detto ai cittadini che questi punti erano improponibili, illegali, che non spettava al Consiglio Comunale decidere se un servizio è privo di rilevanza economica, nonostante sia stato loro dimostrato il contrario, con l´ esempio dei 150 comuni italiani che hanno modificato lo statuto comunale in tal senso e i pareri di esperti, sentenze della Corte dei Conti, parere del CNEL e Consiglio di Stato! In conclusione, bocciata con 7 voti a favore, 12 contrari e 14 astenuti! La risposta ai cittadini è stato di deliberare questi quattro punti:
1) riconosce nello Statuto Comunale un generico diritto umano all´acqua; 2) la validità del comma 1 dell´art.23 della l. 133 (in linea con il governo Berlusconi!) che riconosce "la proprietà pubblica" MA NON LA GESTIONE, confermando che questa debba essere fatta con sistema delle S.P.A. del profitto; 3) di farsi promotore presso tutte "le sedi istituzionali" che escludano il servizio idrico dai servizi di rilevanza economica, ESCLUDENDO LA PRIMA SEDE ISTITUZIONALE CUI COMPETE QUESTO, CIOÈ PROPRIO IL COMUNE! 4) di indicare alla Regione dell´Umbria di fare ricorso contro l´art. 15 del Decreto Ronchi, OGGI, CHE I TERMINI PER IL RICORSO SONO SCADUTI!
Con questa delibera, senza concedere ulteriori possibilità di discussione, il Consiglio Comunale di Perugia ha liquidato la democrazia e la volontà popolare di questa città, confermando la privatizzazione del servizio idrico e la mercificazione di un diritto umano fondamentale. L´acqua è un bene prezioso e Umbra Acque SPA ne saprà trarre il giusto profitto, dalle tariffe dei degli utenti e dai finanziamenti pubblici, nell´interesse della multinazionale SUEZ e di Caltagirone!
Nome: francesco Commento: l'ennesima conferma che le amministrazioni sono sorde alla voce dei cittadini! il muro di gomma su cui rimbalza ogni osservazione è vergognoso!!! poi si lamentano di perdere il consenso popolare...ma và!!!