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Cinquanta alberi abbattuti per fare posto all'ennesimo supermercato
Cinquanta alberi abbattuti per fare posto all'ennesimo supermercato
Continua lo scempio a Villa Pitignano
Che orribile paesaggio, quella strada e quell'immenso campo, rivoltato fin alle viscere, quei cinquanta alberi recisi, quelle ruspe che dovranno edificare l'ennesimo supermercato!
Purtroppo è quello che si vede, appena si entra a Villa Pitignano, vicino alla Provinciale e alla stazioncina della FCU...Una rovina che dovrebbe servire, in un territorio di circa 3000 anime (con tre market, ben forniti), ad edificare, appunto, un supermercato ben visibile. Si tratta solo di visibilità, per l'appunto, perché gli alberi erano sul perimetro esterno e potevano restare lì a proteggerci dal rumore, dallo smog. E, soprattutto, a fornirci ossigeno.
Ma l'ignoranza, si sa, fa più danni di un'azione malvagia, essendo,quella, totalmente priva di discernimento e incapace di leggere il reale.
Pochi mesi fa, a Villa alta, erano già stati abbattuti una cinquantina di grandi alberi, per fare spazio alla bella abitazione di un noto costruttore locale, che poi ha provveduto a ripiantarne altri più in alto- esclusivamente per sé-. In compenso noi abbiamo ereditato lo squallore di un piazzale deturpato.
Più tardi sono stati recisi due magnifici e rigogliosi tigli, davanti alla Farmacia, per far posto a 4 auto (sic!). Poi altri alberi, di alto fusto, più avanti...
Fatte le debite proporzioni, è come se Perugia perdesse ogni anno 6000 piante!!!
Ma non ci stanno ripetendo, da anni, che il clima sta cambiando e che il verde può salvarci?
Cosa fanno i nostri amministratori, i nostri rappresentanti, per proteggerci da questo SCEMPIO?
Nome: Roberto Commento: Questa triste notizia mi ricorda tanto la scomparsa della civiltà sull'isola di Pasqua che, come oggi sappiamo, è stata causata dai suoi stessi abitanti per costruire i moai, le gigantesche statue di pietra. Per far rotolare questi colossi dal luogo di fabbricazione alla riva del mare questi utilizzarono i tronchi delle palme che abbatterono tutte annientando, in poco tempo, le loro uniche risorse naturali.
Storie simili si sono ripetute e si ripetono tutt'ora un po' ovunque nel globo e sembra che l'eco dell'insegnamento delle civiltà scomparse non giunga mai alle civiltà future, come il pesce che una volta abboccato all'amo non può insegnare ai suoi simili l'errore fatale. Così ancora oggi abbattiamo alberi per lasciare posto ai moai di turno: giganteschi supermercati di cemento armato, talmente brutti e ridicoli che dubito possano attirare i turisti di domani, se mai ce ne saranno...
A chi ci amministra sfugge purtroppo che stiamo consumando le risorse naturali con un ritmo molto superiore alla loro capacità di rigenerazione. L'inquinamento e l'occupazione degli ecosistemi di ogni angolo del globo hanno portato il tasso di estinzione delle specie viventi ad una velocità circa 100 volte superiore rispetto all'era preindustriale. Oggi sono a rischio di estinzione oltre il 70% delle specie viventi, un evento paragonabile a quella che fece sparire i dinosauri dalla biosfera 65 milioni di anni fa.
Dobbiamo capire una volta per tutte che il mondo non è infinito: lo strato della biosfera che contiene il 95% delle specie viventi ha uno spessore di soli 200 m, due terzi della lunghezza di Corso Vannucci...