Chi amministra veramente Perugia?
Politici e dirigenti: in attesa della discontinuità
(riprendiamo da http://www.perugiacivica.it/):
Matteo Renzi, appena eletto sindaco di Firenze, si è precipitato a rimuovere molti dirigenti comunali: «I dirigenti che non conoscevo li ho fatti fuori per principio» ha affermato il neosindaco intervistato da Repubblica (Firenze, 24 gennaio 2010). Evidentemente Renzi aveva intenzione di “cambiare rotta” rispetto al suo predecessore e oggi, a neanche un anno dal suo mandato, possiamo dire che l’ha dimostrato coi fatti, magari irritando parecchi suoi compagni di partito. Anche il nostro sindaco Boccali, nella sua campagna elettorale ha ribadito molte volte che il suo mandato sarebbe stato “nel segno della discontinuità” rispetto alla passata giunta Locchi. Tuttavia i dirigenti sono ancora tutti là dove Locchi li ha messi: Naldini alla mobilità (dal 2003), Becchetti alle opere pubbliche (dal 1998), la Leonbruni all’U.O. Edilizia privata (ex concessioni edilizie dal 2001), Asfalti all’U.O. Centro storico (dal 1999), Monaldi ai progetti strategici opere pubbliche (dal 1997), Pigliautile ai beni culturali e progettazione urbana (dal 1997), ecc.. Per carità, non c’è nulla di male a mantenere i dirigenti al loro posto per anni e anni, sopratutto se sanno fare molto bene il loro lavoro: progettare opere pubbliche, gestire gare di appalto, autorizzare cantieri… Sarà per questo che dell’annunciata discontinuità non se ne è vista neppure l’ombra. Si era promesso “basta con le grandi opere” ed ecco che premono alle porte il “nodo di intersambio di San Marco”, i percorsi meccanizzati sul versante nord dell’acropoli, l’operazione Monteluce, l’intervento sul mercato coperto, la viabilità di Ponte San Giovanni, il nodo di Perugia e, incredibile ma vero, ho udito io stesso il gastoenterologo Ciccone lanciare l’idea della seconda linea del minimetrò: forse creare panico sulle prospettive future aiuta a digerire il presente! Certo, il sospetto che i dirigenti di cui sopra c’entrino qualcosa con la mancata discontinuità promessa da Wladimiro è molto forte. Ma come si fa a sospettare di questi ottimi dirigenti? Pensate, sono così parsimoniosi che il progetto del “nodo di Perugia” se lo sono fatto regalare dalla fondazione Cassa di Risparmio evitando così una costosissima gara, bravi no? (che l’espletamento di una gara dovrebbe rappresentare una garanzia per i cittadini è una fatto secondario…). E ancora, sono così scaltri che riescono a spillare quattrini anche al Ministero dell’Ambiente presentando un progetto che di ambientalista non ha proprio nulla: una rotonda per incentivare l’uso del mezzo pubblico o ridurre l’inquinamento atmosferico. E poi c’è la trovata del “project financing“, col quale è possibile (s)vendere pezzi inutili della città (tipo aree verdi di alto pregio paesaggistico, palazzi storici in decadenza ecc) per affidarli alla custodia di soggetti privati, i quali, è risaputo, non hanno nessuna intenzione di speculare ma anzi hanno il preciso scopo di creare opportunità di sviluppo per la città. Alcuni esempi? Il mercato coperto: Invece di spendere la cifra da capogiro di 40.000 euro per dargli una dignitosa sistemata lo stanno vendendo a delle società che lo trasformeranno in risoranti e negozi di scarpe e mutande, di cui si sentiva effettivamente la necessità in centro storico, e parcheggi . Pensate che bello, si potrà arrivare al pincetto in auto, parcheggiare, prendere il minimetrò e andare a pian di massiano! Una vera attrattiva! Peccato che la pacchia durerà solo sessant’anni: poi il mercato tornerà ai perugini, ma, ci assicurano, in perfette condizioni di manutenzione. E il palazzo Grossi? Pensate, lo abbiamo venduto ad una società che lo ha restaurato e dato in affitto al Comune stesso con un contratto di non so quanti anni: ottimo investimento anche considerndo che quando piove l’acqua si infiltra e che in periodi di crisi idrica ciò può anche risultare comodo. Palazzo Bianchi? Troppo eclettico per una città medievale come Perugia, meglio venderlo. Penso quindi che di fronte al degrado del territorio causato dalla sconsiderata avidità dei settori imprenditoriali speculativi ed a cui l’amministrazione locale appare subalterna, ed alla crisi della coesione sociale che accompagna la sfiducia nei confronti delle istituzioni e della politica, sia necessario e urgente avviare un percorso alternativo.
Roberto Pellegrino, Perugia Civica
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