22/12/2024
direttore Renzo Zuccherini

Home >> Chi amministra veramente Perugia?

Chi amministra veramente Perugia?
Politici e dirigenti: in attesa della discontinuità

(riprendiamo da http://www.perugiacivica.it/):

Matteo Renzi, appena eletto sindaco di Firenze, si è precipitato a  rimuovere molti dirigenti comunali: «I dirigenti che non conoscevo li  ho fatti fuori per principio» ha affermato il neosindaco intervistato  da Repubblica (Firenze, 24 gennaio 2010). Evidentemente Renzi aveva intenzione  di “cambiare rotta” rispetto al suo predecessore e oggi, a  neanche un anno dal suo mandato, possiamo dire che l’ha dimostrato coi  fatti, magari irritando parecchi suoi compagni di partito.

Anche il nostro sindaco Boccali, nella sua campagna elettorale ha  ribadito molte volte che il suo mandato sarebbe stato “nel segno della  discontinuità” rispetto alla passata giunta Locchi. Tuttavia i dirigenti sono  ancora tutti là dove Locchi li ha messi: Naldini alla mobilità (dal  2003), Becchetti alle opere pubbliche (dal 1998), la Leonbruni  all’U.O. Edilizia privata (ex concessioni edilizie dal 2001), Asfalti  all’U.O. Centro storico (dal 1999), Monaldi ai progetti strategici  opere pubbliche (dal 1997), Pigliautile ai beni culturali e  progettazione urbana (dal 1997), ecc.. Per carità, non c’è nulla di  male a mantenere i dirigenti al loro posto per anni e anni, sopratutto  se sanno fare molto bene il loro lavoro: progettare opere pubbliche,  gestire gare di appalto, autorizzare cantieri…

Sarà per questo che dell’annunciata discontinuità non se ne è vista  neppure l’ombra. Si era promesso “basta con le grandi opere” ed ecco  che premono alle porte il  “nodo di intersambio di San Marco”,  i  percorsi meccanizzati sul versante nord dell’acropoli,  l’operazione  Monteluce, l’intervento sul mercato coperto, la viabilità di Ponte San  Giovanni, il nodo di Perugia e, incredibile ma vero, ho udito io  stesso il gastoenterologo Ciccone lanciare l’idea della seconda linea  del minimetrò: forse creare panico sulle prospettive future aiuta a  digerire il presente!

Certo, il sospetto che i dirigenti di cui sopra c’entrino qualcosa con  la mancata discontinuità promessa da Wladimiro è molto forte. Ma come  si fa a sospettare di questi ottimi dirigenti? Pensate, sono così  parsimoniosi che il progetto del “nodo di Perugia” se lo sono fatto  regalare dalla fondazione Cassa di Risparmio evitando così una  costosissima gara, bravi no? (che l’espletamento di una gara dovrebbe  rappresentare una garanzia per i cittadini è una fatto secondario…).
E ancora, sono così scaltri che riescono a spillare quattrini anche al  Ministero dell’Ambiente presentando un progetto che di ambientalista  non ha proprio nulla: una rotonda per incentivare l’uso del mezzo  pubblico o ridurre l’inquinamento atmosferico.
E poi c’è la trovata del “project financing“, col quale è possibile  (s)vendere pezzi inutili della città (tipo aree verdi di alto pregio  paesaggistico, palazzi storici in decadenza ecc) per affidarli alla  custodia di soggetti privati, i quali, è risaputo, non hanno nessuna  intenzione di speculare ma anzi hanno il preciso scopo di creare  opportunità di sviluppo per la città. Alcuni esempi? Il mercato  coperto: Invece di spendere la cifra da capogiro di 40.000 euro per  dargli una dignitosa sistemata lo stanno vendendo a delle società che  lo trasformeranno in risoranti e negozi di scarpe e mutande, di cui si  sentiva effettivamente la necessità in centro storico, e parcheggi . Pensate che bello, si potrà arrivare al pincetto in auto,  parcheggiare, prendere il minimetrò e andare a pian di massiano! Una  vera attrattiva! Peccato che la pacchia durerà solo sessant’anni:  poi il mercato tornerà ai perugini, ma, ci assicurano, in perfette  condizioni di manutenzione. E il palazzo Grossi? Pensate, lo abbiamo venduto ad una società che lo  ha restaurato e dato in affitto al Comune stesso con un contratto di  non so quanti anni: ottimo investimento anche considerndo che quando  piove l’acqua si infiltra e che in periodi di crisi idrica ciò può  anche risultare comodo. Palazzo Bianchi? Troppo eclettico per una  città medievale come Perugia, meglio venderlo.

Penso quindi che di fronte al degrado del territorio causato dalla  sconsiderata avidità dei settori imprenditoriali speculativi ed a cui  l’amministrazione locale appare subalterna, ed alla crisi della coesione sociale che accompagna la sfiducia nei confronti delle  istituzioni e della politica, sia necessario e urgente avviare un  percorso alternativo.





Roberto Pellegrino, Perugia Civica

Inserito domenica 31 gennaio 2010


Redazione "La Tramontana"- e-mail info@latramontanaperugia.it
Sei la visitatrice / il visitatore n: 7420914