A proposito di macroarginature
Lettera aperta al Comune e alla Provincia
-Al Sindaco di Perugia -All’Assessore all’Ambiente -Al Presidente della Provincia
Era prevedibile che le nuove esondazioni del Tevere riportassero in primo piano la costruzione delle macro-arginature. Un terrapieno con altezza massima di circa tre metri sulla riva sinistra del fiume a partire da Ponte Valleceppi in direzione di Ponte San Giovanni. Che dovrebbe servire “a mettere in sicurezza” aree golenali abitate, ma contemporaneamente apre la strada ad altre cementificazioni. Che verranno a ridurre ancora lo spazio vitale del fiume, incidendo pesantemente sulla possibilità di realizzare un parco fluviale già compromesso da capannoni industriali ed aziende ad alto rischio inamovibili che avvelenano le acque. Tutto questo mentre, come afferma una nota sulla stampa locale, a Ponte Valleceppi le inondazioni sono causate essenzialmente “da fogne fatte male e il depuratore a valle”. Il progetto è, ovviamente, sostenuto da chi vuol riprendere un’urbanizzazione del fiume iniziata dagli anni ’70; ma anche, purtroppo, in perfetta continuità con il passato con un pizzico di demagogia e insufficiente informazione pubblica, da Comune e Provincia di Perugia, compresi alcuni consiglieri “cosiddetti” ambientalisti. Noi, invece, riteniamo scientificamente che le situazioni a rischio ormai consolidate vanno protette, ma senza interventi impattanti e aggressivi che sono una pericolosa scorciatoia e un alibi per sensibilità amministrative mai riscontrate. C’è bisogno di un preciso piano di recupero, di rinaturalizzazione, di ingegneria naturalistica e le aree golenali esondabili vanno mantenute libere perché parti imprescindibili di un ecosistema fluviale. Altrimenti si aumentano le cause di un dissesto idro-geologico causato solo in parte da fattori naturali. Infine le domande sono tante. Eccone alcune che dopo ogni esondazione si ripetono e che noi insistiamo a rivolgere alle autorità in indirizzo e dei cui esiti daremo notizia: 1) È prevista una revisione completa del PRG alla luce delle nuove scadenze dei periodi di forte piovosità concentrata dovuta ai cambiamenti climatici e quindi a possibili esondazioni? 2) Per le aree a rischio sono stati predisposti studi alternativi di “messa in sicurezza” che non siano le macro-arginature? 3) È stato redatto un piano di delocalizzazione di aziende ad alto rischio, compresa la distilleria Di Lorenzo che rappresenta una minaccia anche per la libera fruizione della stazione ferroviaria FCU e del servizio di mobilità alternativa su rotaie? 4) È previsto un completo rifacimento della rete fognaria di Ponte Valleceppi con lo spostamento del depuratore e la revisione del reticolo di smaltimento delle acque piovane? 5) Sono previste altre nuove urbanizzazione sempre in zone golenali conseguenti alle “messe in sicurezza”? 6) Quale programma di salvaguardia ambientale ed economica è sotteso alla scelta di riempire di capannoni industriali aree agricole votate all’espansione del fiume e di pregio paesaggistico a fronte di innumerevoli altri capannoni inutilizzati nel territorio? 7) Si intende continuare a dare concessioni edilizie soprattutto per realizzare garage e scantinati sotterranei in aree dove il buonsenso lo sconsiglierebbe? 8) Se le inondazioni possono considerarsi eccezionali, ormai non si possono certo definire imprevedibili: quale forma di partecipazione popolare si intende attivare per una informazione adeguata che preveda anche una immediata discussione sulla ipotesi delle macro-arginature?