14/08/2024
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Porta Eburnea: l'abbandono di un rione
Le scale mobili hanno provocato il tracollo del quartiere


Il tratto finale della via regale urbana (dedicata a San Giacono, patrono dei pellegrini) assumerà presto un aspetto certamente bello e decoroso, ma sempre più risalta il contrasto con l'abbandono della via e del rione da parte di ogni attività commerciale e artigianale.
Le vie e i vicoli di questa splendida parte di Perugia un tempo brulicavano di gente sia per la presenza di tanti artigiani, e di conseguenza di bar, osterie, negozi, luoghi di ritrovo, circoli, sia per il passaggio di tante persone: infatti questo era il percorso più rapido tra il centro e la periferia sud; anzi, tantissimi perugini e studenti usavano questa via per andare alla stazione.
Vi ricordate quante volte siete passati/e da via del Paradiso, bellissima e scoscesa scorciatoia lungo le bianche pietre della muraglia etrusca?
Oggi, nessuno più passa da qui.
Quando è finito tutto questo?
E' presto detto: con l'inaugurazione delle scale mobili che poco più su portano da Piazza Partigiani a Piazza Italia. Da allora, chi mai farebbe a piedi la dura salita che dall'arco di Porta Eburnea si arrampica fino al centro?
Ecco, la scelta di fare le scale mobili dal parcheggio, fuori dall'abitato e dal percorso tradizionale, ha provocato il tracollo del quartiere.


La stessa cosa è accaduta nel contiguo rione di P.S.Susanna: la via della Sposa è oggi deserta e abbandonata, da quando lì accanto sono sorte le scale mobili della Canapina.
E' un insegnamento che dobbiamo avere ben presente: i percorsi meccanizzati che servono i parcheggi, ed evitano i luoghi abitati, provocano il tracollo dei quartieri.
Allora, che cosa succederà, il giorno in cui si dovessero realizzare gli impianti meccanizzati previsto tra i parcheggi e il centro nella zona della Conca e di Piazza Grimana?
Perché non tener conto della storia cittadina degli ultimi decenni?




Inserito giovedì 12 novembre 2009


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Commenti

Nome: Marco
Commento: Buongiorno a tutti, volevo favi notare una cosa: se l'auto non la dobbiamo prendere, se i mezzi pubblici non ci sono e non li vogliamo giustamente in centro perche sono rumorosi ed inquinano, se il minimetrò non va bene, se anche le scale mobili che personalmente trovo una delle migliori infrastrutture di viabilità pedonale mai fatte, come si possono conciliare le esigenze di mobilità con i ritmi di vita che la società ci impone?(io sto a Ponte San Giovanni: la macchina non la devo prendere, il treno ce n'è uno ogni ora quando va bene, e mi lascia in capo al mondo, comedevo fare per andare a lavorare in centro in un tempo che non sia un'era geologica???); e se una persona magari "non ha il fisico per potersi permettere di scarpinare su per le strade ripide di cui sopra, come vogliamo fare??). Al solito, credo che si esageri con le critiche: il comune sbaglia a non far partecipare la cittadinanza, ma dire che le scale mobili siano la CAUSA del degrado di quella zona, e che sarebbe stato meglio non farle, come si vuole intendere, mi sembra un ragionamento ottuso. Il degrado è dovuto alla mancanza di investimenti da parte del comune, dal fatto che la zona è scarsamente promossa e comunque fuori mano, almeno dalla parte più frequentata dell'acropoli.

Nome: Maria Pia Battista
Commento: Ho abitato 20 anni a Porta Eburnea in Piazza Mariotti e ora abto in Via Fiorenzo di Lorenzo. Vi ringrazio per l'articolo che avete scritto sul nostro quartiere e sono completamente d'accordo: le scale mobili hanno provocato il tracollo del quartiere e con le nuove in progetto si rischia di dare il colpo finale alla città. E tutto senza che i cittadini possano dire la loro. Ricordo ancora quando, da ragazzina, andando a scuola al Liceo Mariotti, percorrevo ogni giorno con estrema naturalezza le scalette del Paradiso. Incontravo qualche problema quando dovevo portare con me il dizionario di greco Rocci, che era pesante. Allora non esistevano gli zainetti, e quindi bisognava approfittare della galanteria di qualche compagno di scuola che si offriva di portare il suo e il mio dizionario. Ma Porta Eburnea ha oggi anche altri importanti problemi. Uno di questi è l'abbandono totale da parte del Comune dell'intero quartiere, un quartiere che viveva anche della presenza dei numerosi uffici comunali. Con il trasferimento di questi uffici (ancora in atto) e la vendita degli edifici di Porta Crucia (o Porta Eburnea nuova) e di Via Fiorenzo di Lorenzo a società immobiliari siamo veramente rimasti soli, senza alcun tipo di servizio. Le persone anziane che vivono nel quartiere, specialmente quando è freddo, non sanno neppure dove andare a comprare un litro di latte. E così tutti in macchina (chi la possiede o chi la può ancora guidare ) alla ricerca di qualche centro commerciale. "Porta Eburnea non rappresenta più per noi un'area strategica", dicono in Comune. Arrivederci e grazie. Come ugurare tutto questo ad altri quartieri del centro storico? Maria Pia Battista

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