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Cari genitori… STORIE DI PERUGINI NELLA GRANDE GUERRA
Cari genitori… STORIE DI PERUGINI NELLA GRANDE GUERRA
Il 4 novembre alle 17,30
SALA DEL CONSIGLIO PROVINCIALE
Narrazione teatrale raccontata da GRAZIANO VINTI Con la partecipazione di DANIELE VAGNETTI, VALERIA PULETTI, PAOLO TACCONI Elaborazione immagini ALBERTO BRUNI
INTRODUZIONE DELL’AUTORE
Circa due anni orsono, grazie all’amico Alessandro Vinti, venni in possesso di una serie di belle e commoventi lettere accompagnate da una foto di mio prozio Vinti Villelmo, caduto durante la grande guerra. Il nome di Villelmo nascosto nella memoria di mio padre, una lapide in suo onore campeggiava sopra l’uscio della stalla della casa poderale dove egli era nato, si rivelò insieme ai racconti sulla guerra di mio nonno Silvio. Inoltre scoprii che Villelmo combattè e morì sulle Dolomiti, luoghi dove da qualche anno vive mio fratello. Insieme a lui è iniziata una ricerca sulla storia di Villelmo che è divenuto il viaggio del 51° reggimento e poi è andato ancora trasformandosi nel cammino periglioso di tutti i perugini che affrontarono questa immane tragedia popolare che fu la grande guerra. I tanti monumenti e lapidi sparsi per il territorio ci stanno a ricordare quanto fu drammatica e difficile l’elaborazione dei tanti lutti: ogni paese, ogni parrocchia, ogni rione, tutte le famiglie vollero ricordare in modo tangibile i propri caduti. Gli anni passati sono tanti, ma tra le pieghe della memoria delle persone più anziane delle famiglie perugine sono sbocciati ricordi, racconti , storie tramandate da genitori scampati alla guerra o di zii mai conosciuti, ma fortemente ricordati per decenni nell’ambito familiare e paesano. Così è andata formandosi una storia della grande guerra vista dall’ottica dei soldati perugini attraverso le loro lettere, le foto, i luoghi da cui sono partiti e dove sono caduti e le storie degli artigiani, contadini, casengoli, borghesi o nobili del nostro territorio che aspettavano i propri figli, spesso invano. I Mariano, i Nazareno, i Pasquale, i nostri nonni, i nostri prozii riprendono vita grazie al bisogno di memoria, come integrazione e arricchimento di una modernità che tende a cancellare la nostra storia comune, così l’eroe volontario decorato, il contadino morto all’infermeria, il disperso, il giustiziato per tradimento, il prigioniero reduce o quello deceduto per malattia, i morti per le avversità atmosferiche popolano questo romanzo di vita vissuta che ha lacerato la comunità così intensamente che riaffiora nonostante il tempo passato. La ricerca ha visto la collaborazione di esperti e curatori museali alpini sull’argomento. Nei brani tratti dalle lettere, in gran parte provenienti dall’archivio di stato, ho scelto di non intervenire in alcun modo tralasciando di correggere gli errori ortografici e la sintassi poco scorrevole e lasciando così gli scritti nella loro più schietta intimità.