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Finito l’eurocioccolato, cominciamo a parlare dell’eurocioccolato
Finito l’eurocioccolato, cominciamo a parlare dell’eurocioccolato
Comunicato di Perugia civica sull'eurocioccolato: riserve e proposte agli amministratori PUBBLICI
Anche quest’anno la città di Perugia ha subito la manifestazione dell’eurocioccolato. La presenza della fiera è ormai un avvenimento economico significativo per una parte (abbastanza ristretta) di operatori commerciali, turistici e finanziari, ma non si possono continuare ad ignorare le riserve e le critiche che da più parti si fanno alla manifestazione stessa. Ricordiamo che gli stessi operatori si sono pronunciati contro una modalità organizzativa che va tutta a profitto di alcuni e a discapito di tutti gli altri. Ma in particolare l’amministrazione pubblica non può continuare a mostrarsi succube di una iniziativa che, pur importante sul piano economico, travolge la città fino a identificarla (in Italia e nel mondo) con essa.
La prima riserva riguarda l’ideologia apertamente consumista e commerciale, con punte di volgarità ostentata e nessuna iniziativa di qualche spessore culturale, sia pur legata al tema della fiera, e con ostentata indifferenza al coinvolgimento dei principali sponsor (vedi Nestlè) in operazioni poco chiare e poco pulite di sfruttamento nei paesi del cosiddetto “terzo mondo”; si parla anche di sfruttamento del lavoro minorile. La natura dell’iniziativa ne risente, facendo perdere all’attività commerciale il suo valore di perno dell’incontro, dell’integrazione, della relazione tra culture: qui si vede una sola cultura, quella dominante.
La seconda riserva riguarda l’uso invasivo delle piazze del cuore cittadino, con l’occultamento dei grandi simboli della storia e della cultura cittadina: la Fontana, il Palazzo, la Piazza stessa. Paradossalmente, la fiera del cioccolato impedisce di vedere, con le sue bancarelle, proprio quello sfondo di bellezze architettoniche che usa come richiamo di immagine. Eppure, malgrado si moltiplichino gli appelli e le richieste di liberazione della Piazza e degli altri simboli cittadini, le bancarelle e le istallazioni pubblicitarie continuano ad essere piazzate fino addosso al portale del Palazzo.
Infine, crediamo che sia ora di procedere, pubblicamente, ad un esame serio di costi e benefici per la città dell’iniziativa, anche sul piano economico. La manifestazione utilizza l’immagine della città, la sua straordinaria bellezza architettonica e artistica: che cosa dà in cambio? In particolare, abbiamo visto il Comune (e gli altri enti pubblici) impegnato pesantemente sul piano organizzativo, con Vigili urbani, trasporti, navette, segnaletica, controllo e vigilanza, sicurezza, pulizia delle strade e recupero indifferenziato. Quanto costa tutto questo al Comune (cioè alla città, a tutti noi)? E quanto entra nelle casse comunali dalla manifestazione?
E’ evidente che si impone una discussione seria, aperta, destinata a modificare profondamente alcuni aspetti della manifestazione. • In primo luogo, pensiamo che sia ora di proclamare - come richiesto ormai da tanti cittadini, studiosi, associazioni - che le Piazze storiche non possano più essere usate per manifestazioni commerciali (ad eccezione dei mercati tradizionali o di prodotti locali e tipici). Lo ha già fatto il Consiglio comunale di Roma: cosa aspettano i nostri consiglieri? • In secondo luogo, e conseguentemente, pensiamo che la manifestazione possa esser allargata ad altre aree importanti del centro storico, come S. Ercolano-Piazza del Circo-P.S.Pietro, oppure via U.Rocchi-Piazza Grimana- P.S.Angelo: l’impatto della folla sarebbe meno aggressivo, e i benefici dell’iniziativa si allargherebbero a tali zone. • In terzo luogo, si potrebbe adottare il modello Corciano, con i vari rioni del centro adattati a “dolce borgo” grazie al coinvolgimento attivo e creativo degli stessi operatori, a cominciare dalle pasticcerie e dalle aziende cioccolatiere artigianali, di cui ormai si è consolidata una forte tradizione in città. • Infine, chiediamo la massima trasparenza sui conti pubblici relativi alla fiera: quanto costa, e quanto rende. La chiarezza aiuterebbe molto la discussione.
Solo una discussione approfondita ed estesa può ristabilire il primato delle scelte civiche sugli interessi (pur legittimi) di singoli o gruppi privati.
Il Consiglio Esecutivo del Movimento Perugia Civica