14/08/2024
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Racconti Artigiani: Ubaldo Calistroni
Seconda puntata

Racconti Artigiani: Ubaldo Calistroni

Il Garage Europa

Quando decisi di prendere in affitto l’autorimessa in via XX Settembre sapevo delle difficoltà che avrei incontrato: si trattava di un locale vuoto, senza auto.

Non potevo appoggiarmi a nessun altro se non a me stesso, ma contavo sulla crescente diffusione delle automobili e sulle potenzialità di sviluppo dell'intero settore dei trasporti. Oggi posso dire che quell'esperienza rappresentò un giro di boa nella mia vita professionale, segnando la fine di un'esperienza da lavoratore dipendente e l'inizio di una carriera da imprenditore-artigiano.

Il mio ruolo professionale cambiò totalmente e sulle mie spalle, per la prima volta, gravarono le responsabilità di un’intera azienda: un’attività da rilanciare, delle auto da comprare, dei dipendenti da assumere e innumerevoli investimenti necessari alla gestione del garage.

Inizialmente decisi di concentrarmi sul rapporto con gli abitanti della zona. Il nome del garage rimase quello di “Europa” e i clienti furono, nei primi tempi, i residenti di via XX Settembre. L’autorimessa rimaneva aperta anche di notte e, per coprire i turni, presi due persone a lavorare con me: il 'Piccolo' che mi aveva seguito dopo l’esperienza al Garage Galleria, e un ragazzino di Marsciano, Luciano Patoia, che avevo portato con me affinché imparasse il mestiere. All'epoca non era raro trovare nelle botteghe artigiane dei ragazzini che, finita la scuola, si impegnavano nei lavori manuali. Così successe anche con il piccolo Luciano che, terminata la scuola dell'obbligo, si trasferì a Perugia e iniziò a lavorare con me in via XX Settembre.

Quando Luciano arrivò al Garage Europa, nel 1960, aveva appena undici anni. Inizialmente aveva il compito di lavare le macchine. Quando cominciò a spostare le auto all'interno del garage non aveva ancora la patente e per questo motivo era spesso il capro espiatorio dei piccoli danni. Ricordo che una volta un nostro cliente, il dottor Pietro Pellicano (all'epoca direttore del Consorzio agrario di Perugia) venne da me infuriato per una vistosa rigatura sulla fiancata della sua macchina attribuendone la colpa al mio inesperto apprendista. Io inizialmente credetti che la colpa fosse veramente di Luciano, in fondo mi era già capitato di trovarmi davanti a qualche sua 'ragazzata' e il tutto si era sempre risolto con un sonoro rimprovero e le sue scuse. Ma in quell'occasione Luciano fu particolarmente insistente nel sostenere che lui non c'entrava nulla con quel danno, tanto da mettere in dubbio la versione del dottor Pellicano. Così attraversai subito la strada, andai verso il bar di fronte al garage e mi avvicinai al muretto accanto al quale di solito parcheggiava il dottor Pellicano. Lì, su una fioriera bianca, trovai le tracce di vernice che discolpavano il ragazzino. Dopo il lavaggio e i parcheggi, per Luciano arrivarono i turni notturni. Presa la patente, nel 1968, iniziò da subito a lavorare come autista. Dopo aver imparato il mestiere si mise a lavorare in via Mario Angeloni e ora è un professionista meccanico.

Subito dopo aver avviato l'attività di via XX Settembre, iniziai a stringere i rapporti con l’allora Presidente della Provincia di Perugia, Umberto Pagliacci. Fui io a rivolgermi a lui. Sapevo che i geometri della Provincia erano costretti a spostarsi spesso per seguire i lavori di costruzione delle nuove strade provinciali. Chiesi quindi al presidente Pagliacci se aveva bisogno di noleggiare delle vetture con autista per gli spostamenti dei tecnici ed ebbi da lui una risposta positiva. Inizialmente ero io stesso a fare l’autista. Successivamente, con l'aumento delle richieste, mi feci aiutare dai dipendenti del garage. Presto acquistai la fiducia non solo dei miei clienti, ma anche dei fornitori. Tra questi il rivenditore perugino Augusto Gelsomini, proprietario della concessionaria Fiat, al quale mi rivolsi fin dai primi anni Sessanta per l'acquisto delle prime auto necessarie per il servizio noleggio.

Cominciai con quattro vetture, tutte Fiat 124. Appena mi resi conto che il servizio noleggio era particolarmente redditizio decisi di incrementarlo acquistando delle altre vetture. Mi rivolsi nuovamente alla concessionaria di Gelsomini, grazie al quale, visto il rapporto di fiducia che si era instaurato, potei comprare una decina di automobili ricorrendo a pagamenti dilazionati, ma senza firmare cambiali. Gelsomini sapeva benissimo che la mia azienda era ancora in una fase di rilancio e che, consentendomi il pagamento a rate senza cambiali rischiava anche lui, ma per mia fortuna si fidò di me. Fu così che in pochi anni arrivai a possedere dodici macchine e ad assumere ben dodici autisti.

Le automobili, di marca Fiat, erano tutte blu. Mentre la scelta della marca fu dovuta alla mia solida amicizia con Gelsomini, quella del colore 'istituzionale' fu obbligata dal fatto che all'epoca il mio principale cliente era la Provincia di Perugia. Nel 1973 decisi di comprare una nuova auto, la Fiat 130 , detta 'ammiraglia'.

Per l'acquisto mi rivolsi di nuovo al signor Gelsomini il quale, dato che si trattava di una macchina appena uscita e di grande lusso, mi chiese di poter organizzare per l’occasione una consegna ufficiale, da tenersi durante l'inaugurazione del suo nuovo autosalone Fiat, in via della Pallotta.

Fu un evento importante per l'intera città di Perugia, al quale assistettero anche dei dirigenti Fiat venuti apposta da Torino. Conservo ancora gelosamente quell'auto. A volte la metto in moto per evitare che le pause troppo lunghe dovute al mancato funzionamento rovinino il motore, ma non la utilizzo.

La Fiat 130 rappresentava il fiore all'occhiello del mio parco macchine. La utilizzavo solo nelle occasioni più importanti ed era per lo più riservata ai presidenti della Regione e della Provincia.

Gli ingegneri erano invece serviti con la Fiat 125 mentre i geometri viaggiavano con la Fiat 124. Questa gerarchia era dovuta al diverso utilizzo che si doveva fare del mezzo: quelli dei presidenti della Regione e dalla Provincia erano per lo più viaggi di rappresentanza lungo strade principali o cittadine. I geometri invece si spostavano per lavorare nei numerosi cantieri stradali del perugino: durante quei viaggi le auto percorrevano tratti non asfaltati e si sporcavano facilmente di polvere e fango tanto che era necessario pulirle, sia dentro che fuori, dopo ogni trasferta.

Nel 1970, il proprietario del Garage Europa mi disse che aveva bisogno del locale.

Quella notizia portò ad un cambiamento decisivo nella mia vita professionale, perché fui costretto nuovamente a guardarmi intorno per cercare una strada alternativa a quella che stavo percorrendo.





Foto - Da sinistra: Ubaldo Calistroni e Cesare Andreoli



Emma Spinelli

Inserito lunedì 26 ottobre 2009


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Commenti

Nome: Sauro
Commento: Ho lavorato nella concessionaria Fiat di Gelsomini dal 1976 fino alla chiusura della stessa nel 1993. Mi ricordo bene del signor Calistroni.

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