(nella foto, lo stato di via U.Rocchi, che i Perugini chiamano Via Vecchia)

A fine luglio la Giunta ha deliberato l'avvio della procedura per la costruzione di un sistema di mobilità meccanizzata tra il parcheggio di S. Antonio e la piazzetta delle Prome: un'idea di cui nessuno aveva mai parlato, di cui non si era mai avuto sentore in tutte le discussioni e i dibattiti sul centro storico, ma evidentemente già pronta nei cassetti dell'assessore, se la Giunta appena insediata l'ha potuta approvare in una delle prime sedute.
Ora gli uffici comunali lavorano in gran fretta, per arrivare alla scadenza del 30 settembre con i progetti esecutivi, di cui peraltro nessuno sa nulla. Dalle interviste dell'assessore Liberati alla stampa abbiamo appreso che dovrebbe trattarsi di alcune rampe di scale mobili tra il parcheggio e via Pinturicchio o via della Volpe (un vicoletto dietro la stessa via Pinturicchio), seguite da un ascensore inclinato, del tipo di quello realizzato al Pincetto.
Di preciso, comunque, non si sa nulla.
Naturalmente, può anche darsi che il progetto sia una buona cosa, perché potrebbe rivitalizzare l'area di Piazza Grimana e tutta la zona circostante, da troppo tempo lasciata nell'incuria. C'è però anche il sospetto che l'impianto finisca per dirottare tutte le persone che attualmente passano a piedi nella zona, lasciando deserte vie come via Rocchi, via Bartolo, via Baldeschi, ecc.: zone in cui un gran numero di attività commerciali, ricettive, artigianali, culturali, vive proprio grazie alla continua frequentazione.
Nella zona, in particolare, ci sono le facoltà umanistiche delle due università, che generano un forte indotto. Vorremmo capire se questo aspetto è stato considerato, e come.
La cosa più preoccupante, perciò, è che tutto si svolga in un frettoloso silenzio, e che nessuna iniziativa sia stata finora presa per spiegare il progetto ai cittadini, ai residenti, agli operatori commerciali.
Non solo non si è discusso il progetto prima di approvarlo, ma addirittura non si fa neppure la necessaria informazione.
Viene allora da chiedersi che cosa ci sia dietro tutta questa fretta e questo gran silenzio.
Insomma, chi lo vuole davvero, questo ascensore?