Inceneritore nel perugino
E' il 2012 la data prevista come termine della realizzazione
2012: se il mondo non finisce da solo, ci pensiamo noi. Questo potrebbe essere lo slogan per il progetto del nuovo termovalorizzatore (per gli amici inceneritore) di prossima costruzione in territorio umbro. E' infatti il 2012 la data prevista come termine della realizzazione, o se non altro "dovrebbe essere a buon punto" secondo il giudizio di palazzo Cesaroni. Neanche a farlo apposta, proprio in questi giorni procede l'inchiesta sull'inceneritore di Terni in cui spicca l'accusa di "disastro ambientale". Dato l'eterno contrasto tra perugini e ternani, danno anche ai primi l'occasione di rivalersi sui secondi: Perugia può rovinare l'ambiente come e più di Terni. Se allora i liquami derivati dall'incenerimento venivano scaricati nel Nera, nel territorio del Grifo si potrebbe usare il Tevere. Se loro bruciavano rifiuti sanitari, a maggior ragione possono farlo i perugini, orgogliosi dell’ormai illimitato Santa Maria della Misericordia. Ovviamente non si può scegliere un luogo qualsiasi per la costruzione dell'impianto; infatti non si potrà procedere "in prossimità di aree archeologiche di pregio, scuole, ospedali e centri abitati" (Corriere dell'Umbria, 3 Agosto 2009). Le disposizioni apparentemente hanno senso, a parte quel "di pregio" che stona un pò. Esiste un area archeologica senza pregio? Se si chiede ad un archeologo o anche ad un cittadino affezionato alle sue radici storiche la risposta è chiaramente no. Forse "di pregio" indica la presenza di fonti di guadagno o la particolare inclinazione turistica del luogo? In questo caso la distinzione appare ancor più insensata. C'è anche da dire questo: le parole bisogna saperle scegliere. Infatti pensando ad un inceneritore, impianto di grosse dimensioni, e affermando che non sorgerà "in prossimità" di zone abitate e archeologiche, si dà quasi per scontato che vi si trovi piuttosto lontanto; questo sembra essere confermato dalle prescrizioni di palazzo Cesaroni. Sbagliato. "Non in prossimità" in questo caso significa che la zona in questione dista al massimo 500m dall'impianto. Mezzo chilometro, spazio esiguo da percorrere per le polveri e i gas emessi dall'inceneritore. La situazione appare ancor più grave qualora sorgesse nei pressi di una scuola o di un ospedale. Il problema, dal punto di vista del Comune, non sembra porsi poichè i possibili disagi causati dal termovalorizzatore vengono liquidati con una sorta di indennizzo: ogni tonnellata di rifiuti smaltita, 10 euro al comune. Sorvolando sul fatto che i disagi se li beccano i cittadini e i soldi vanno al comune (per qualche altro progetto non approvato dai cittadini, oppure semplicemente dilapidati in servizi inutili e incoerenti), come si può dare un costo alla vita umana? Ogni tonnellata di rifiuti una nube tossica verrà inalata da chi ha la sfortuna di trovarsi accanto all'impianto, causando malattie chiamate "nanopatologie" che spesso e volentieri si trasformano in tumori. Tutti sappiamo ormai come tende a svilupparsi un tumore e qual'è il suo corso; per questo ci dobbiamo battere, per non vedere i nostri cari ammalarsi e forse lasciarci per sempre al costo di 10 euro la tonnellata.
Fonti: Corriere dell'Umbria del 3/08/09; peacelink.it ("Inceneritori e nanopatologie", articolo di Stefano Montanari, Direttore Scientifico del laboratorio Nanodiagnostics). Sull'inceneritore di Terni: LaRepubblica.it; perugianews.it.