Un ascensore per le Prome?
Progetti di riqualificazione della zona di Piazza Grimana - qualche riflessione e una domanda: ma perché non si attua la partecipazione?
La stampa, nei giorni scorsi, ha dato ampio rilievo ad un comunicato del Comune (l'assessore Liberati) che preannuncia l'avvio delle procedure per progetti di mobilità pedonale meccanizzata. Dal comunicato non si capisce bene di che cosa si tratti, ma successive dichiarazioni dello stesso assessore fanno intravedere la possibilità di realizzare un complesso (scale mobili più ascensore) dal parcheggio di S. Antonio alla piazzetta delle Prome (Porta Sole), e delle scale mobili da via Pascoli (zona mensa universitaria) a San Francesco al Prato. Purtroppo, la relativa delibera comunale (del. n. 30 del 30-7-09), leggibile sul sito del Comune, non riporta gli allegati, che pure ne fanno parte integrante, e cioè la Relazione illustrativa, la Planimetria generale, la Planimetria dell'intervento n. 1, la Planimetria dell'intervento n. 2: è difficile pertanto, allo stato attuale, esprimere un giudizio sull'iniziativa. Alcune considerazioni però si possono già fare, in attesa degli sviluppi della cosa. La prima considerazione riguarda la positività di un interesse della Giunta per un'area della città che fino ad oggi è stata lasciata in condizioni deplorevoli e di cui si è permesso lo snaturamento, con l'abbandono della residenza, l'autorizzazione a trasformare i fondi e gli scantinati in alloggi per studenti, la totale mancanza di manutenzione, ecc.
Si consideri che in pratica l'unico intercento nell'area è stata la pavimentazuione di Corso Garibaldi, iniziata ben dodici anni fa e ancora da completare; nel frattempo in altre zone si sono realizzate scale mobili, ascensori, minimetrò, e così via. La recente ristrutturazione delle linee Apm ha ulteriormente indebolito il ttrasporto pubblico nella zona. Ben vengano dunque i progetti di rilancio e riqualificazione dell'area: anche se, a dirla tutta, un impianto di mobilià meccanizzata non può esser isolato da interventi urgenti di manutenzione e riqualificazione e da progetti di riuso abitativo e culturale della zona. La presenza di due università, del teatro Morlacchi e di altre istituzioni dovrebbe spingere in questa direzione, anche se finora non è accaduto. Sorgono però alcuni dubbi: in primo luogo, la delicatezza dei luoghi richiede molta cautela nel pensare ad interventi che non possono né snaturare un assetto urbano costruito nei secoli, anzi, nei millenni. Ad esempio, se si va a toccare la zona delle Prome non si può certo intaccare la struttura dei poderosi contrafforti, resti della abbattuta fortezza trecentesca di Matteo Gattapone; sotto i quali, peraltro, va ipotizzata la presenza (oggi non visibile) della muraglia etrusca. Del resto, le stesse scalette delle Prome, ciosì come si presentano oggi (e pur nello stato di deplrevole abbandono in cui si trovano) costituiscono un disegno di grande finezza, su cui non si può intervenire con disinvoltura. Sotto i contrafforti delle Prome, con accesso dalle scalette, ci sono i resti di bellissimi e preziosi orti urbani, che potrebbero opportunamente dar sfogo al bisogno di verde del centro: non si può certo pensare a quei terreni come a dei luoghi cementificabili! Un'altra considerazione va fatta a proposito dell'attuale tessuto sociale della zona. Siamo sicuri che un percorso meccanizzato tra via Pintuiricchio e Porta Sole sia utile alla zona? ci sono studi in proposito? in altre parole, e per esser più chiari, non rischiamo (per facilitare l'accesso al centro) di far diminuire drasticamente la frequentazione di vie oggi molto importanti dal punto di vista pedonale, come via Vecchia (via U. Rocchi), via Baldeschi, via Bartolo, ecc.? Sono vie in cui il grande passaggio di pedoni consente la sopravvivenza di tante attività commerciali ed artigianali di grande importanza per la città: che ne sarà? E perché far partire (ancora una volta) il percorso meccanizzato dal parcheggio, e non per es. dalla fermata Apm? Possibile che si continui a concepire gli spostamenti solo attraverso l'automobile? Naturalmente, il parcheggio poi potrebbe esser collegato in modo razionale con la stessa fermata Apm: attualmente, non c'è nessun comodo collegamento pedonale tra il parcheggio di S. Antonio e la zona circostante, quindi è ora di ripensare alla cosiddetta intermodalità a partire dalle persone, non più dalle automobili; e qui invece leggiamo che si raggiona ancora in una ottica di traffico privato + percorso facilitato. E chi scende dall'autobus dovrà fare il solito percorso di guerra (tra marciapiedi rotti, auto in sosta, strettoie pericolose, scalette, ecc.) per giungere al percorso facilitato?
(le scalette di via Bartolo)
Ultima, ma in realtà principale, domanda (che riassume anche tutte quelle precedenti): perché non si è discusso con i residenti e gli operatori della zona, prima di dare il via alle procedure? perché almeno non si rendono pubblici i progetti allo sato in cui sono attualmente? insomma, perché ancora una volta si dà il via ad un processo di trasformazione della città senza la partecipazione dei cittadini? Non ci si venga a dire che le procedure richiedono l'urgenza della decisione: come mai una progettazione, che scadeva il 1 agosto, è stata portata in Giunta il 30 luglio? Queste rincorse dell'ultimo momento lasciano davvero perplessi. E in ogni caso, se la Giunta ha provveduto, con la sua delibera, a garantire l'avvio della procedura, ciò non impedisce affatto, ed anzi sollecita ed impone, l'avvio delle iniziative di partecipazione popolare.
I dubbi aumentano soprattutto leggendo altre dichiarazioni, riportate dalla stampa nella stessa occasione, che riguardano una serie di grandi opere che il Comune avrebbe intenzione di mettere in cantiere, come ad es. una nuova strada a quattrocorsie per raggiungere l'ospedale. Ma non è stata appena terminata un'opera faraonica per facilitare l'accesso delle auto all'ospedale? non è ora di cominciare a lavorare per favorire l'accesso del trasporto pubblico?
Non vorremmo che la smania delle grandi opere finisse col prevalere sulle buone intenzioni dichiarate, cioè di passare dalle grandi opere di cemento e asfalto alla manutenzione e alla riqualificazione dell'esistente, in favore del trasporto pubblico?