16/07/2024
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Racconti Artigiani: Ubaldo Calistroni
Capitolo 1
I primi anni

La rivoluzione che negli ultimi anni ha investito il piano della viabilità perugina, ha determinato un cambiamento nelle abitudini dei residenti nel capoluogo umbro, ponendo il Minimetrò come nuovo nucleo centrale intorno al quale si muove tutto il sistema del trasporto urbano. È curioso come il percorso della nuova metropolitana di superficie sia in qualche modo legato alla mia vita. Mi riferisco al suo tragitto, che parte da Pian di Massiano, nella periferia di Perugia, per arrivare ai piedi dell'acropoli, in via XIV Settembre, e che collega i due luoghi più importanti della mia vita professionale. Mi chiamo Ubaldo Calistroni e da anni lavoro nel settore dei trasporti. Sono proprietario di un garage in via XIV Settembre, di fronte alla stazione del minimetrò detta del “Pincetto”.

Sono nato a Papiano, una frazione di Marsciano, il 15 aprile del 1935. Mia madre si chiamava Enrica e mio padre Antonio. Ho vissuto la mia infanzia in campagna, insieme ai miei sei fratelli, Mario, Vincenzo, Maria, Ersilia, Mario e Rina, aiutando i miei genitori nei lavori di tutti i giorni. Col passare degli anni, mi resi conto che il lavoro in campagna non era adatto a me e discussi con la mia famiglia della possibilità di allontanarmi da Papiano per cercare di imparare un mestiere diverso. Dopo aver ascoltato le mie ragioni, mia madre si rivolse al proprietario del podere dove abitavamo.

Si chiamava Francesco Mosconi e abitava a Perugia.

Fu proprio lui a suggerire a mia madre di mandarmi in città, dove c’erano buone possibilità di trovare lavoro, e le suggerì il nome del signor Nicola Mancini, proprietario del Garage Galleria di via XIV Settembre: alle sue dipendenze avrei potuto svolgere le diverse mansioni legate al parcheggio e all'autolavaggio delle vetture.


Rincuorato da questa possibilità, decisi di trasferirmi a Perugia dove mi avrebbe ospitato una mia zia, Giuseppa Riccini.

Mi trasferii da lei, in una traversa di Corso Cavour che, per caso o per destino, si chiama via del Deposito. Il giorno seguente al mio arrivo in città, mi recai in via XIV Settembre per chiedere al signor Mancini se poteva prendermi a lavorare nel suo garage.

Mi rispose di sì. Era il 4 agosto del 1955.


I primi tempi mi svegliavo all’alba e raggiungevo a piedi il garage. Mi occupavo soprattutto del lavaggio delle macchine. Col tempo iniziai a prendere dimestichezza con le automobili. All’inizio infatti ero un po’ inesperto nel campo dei motori e quando mi capitava di spostare una macchina stavo sempre attento, soprattutto nelle manovre: per qualche mese contribuii, mio malgrado, a “scolpire” una colonna del parcheggio. D'altronde, a Papiano, dov'ero cresciuto, non circolavano molte automobili anzi, a parte la ‘Topolino’1 del medico del paese, non ce ne erano altre. In ogni caso, mi inserii presto nel gruppo dei colleghi.

Alcuni dei ragazzi con cui lavoravo erano di Perugia, come Cesare Andreoli e Alviero Cesarini, mentre altri venivano da fuori, come il mio compaesano Marcello Antonini, che iniziò a lavorare nel mio stesso garage qualche tempo dopo di me.

Instaurai con tutti un bel rapporto di amicizia, oltre che professionale. Ancora oggi ho rapporti con alcuni di loro, tra cui Antonio Costantini, detto ‘il Piccolo’, per via della sua statura minuta, del quale ricordo, come fosse ieri, il primo giorno di lavoro.

Mi trovavo con il signor Mancini all’entrata del Garage. Lui vide da lontano un ragazzo bassino percorrere via XIV Settembre diretto verso di noi e, dopo aver imprecato mi disse con un'aria quasi scocciata: “vuoi vedere che quello lì viene a chiedere lavoro da noi?”. Non si sbagliava.

Antonio Costantini stava venendo proprio al Garage per cercare un impiego e, malgrado l'atteggiamento apparentemente diffidente, il mio principale aveva da subito trovato nella fisionomia del nuovo arrivato la persona adatta a lavorare sotto il ponte meccanico, compito che da allora fu riservato esclusivamente al ‘Piccolo’ Costantini.


Oltre ai compiti, il proprietario del garage stabiliva anche i turni. Poteva contare su sette ragazzi, quattro dei quali lavoravano di mattina e gli altri tre la notte. Il garage infatti doveva rimanere aperto anche la notte per permettere la completa mobilità ai clienti. Io preferivo di gran lunga lavorare di giorno, non solo perché c’erano più clienti e il tempo sembrava trascorrere velocemente, ma anche perché di sera, d’inverno soprattutto, la temperatura si abbassava di molti gradi, e dormire su una brandina attaccata alla parete del garage non era certo piacevole.


Ricordo che una mattina di gennaio, verso la fine degli anni ’50, mi svegliai come al solito verso le sette per aprire il garage: appena tirai verso di me la porta mi trovai di fronte trenta centimetri di neve: un gradino bianco che dovetti spalare subito prima dell’arrivo dei clienti.

In generale, il mio lavoro consisteva nel parcheggiare le macchine e nel pulirle, su richiesta dei clienti. Ogni lavaggio, che impiegava almeno due persone (una si occupava dell’interno e l’altra dell’esterno della vettura), durava in media tre quarti d’ora e veniva fatto anche di notte.

Col tempo imparai il mestiere di parcheggiatore, ma il lavoro da dipendente iniziava a pesarmi.

Dopo cinque anni di lavoro il mio stipendio era di otto mila lire al mese. Non era tanto, ma la mia insoddisfazione era dovuta al fatto che desideravo creare un’attività mia. Iniziai a guardarmi intorno ma non c'erano molte possibilità: le aree più trafficate come via Pellini, Elce, la stazione di Fontivegge e Monteluce, erano già serviti da garage ben avviati e adibiti ad autolavaggio. Seppi però da alcuni amici che c’era, in via XX Settembre, un’autorimessa in affitto. Parlai col proprietario, un certo signor Guerri, e concordai con lui l’affitto del locale.

Mi licenziai così dal Garage dove avevo lavorato per cinque anni. Era il 1960.

1Si tratta di un modello di Fiat 500, messa in vendita a partire dal 1936, detta appunto ‘Topolino’.


NOTA FOTO: Da destra: Ubaldo Calistroni, Cesare Andreoli, Antonio Costantini e un cliente del Garage Galleria




Emma Spinelli

Inserito mercoledì 19 agosto 2009


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