L’aria di Perugia è inquinata? LEGGI I COMMENTI
una lettura dei dati ufficiali disponibili
Che il respirare aria inquinata sia dannoso alla salute è un fatto assodato: i media ci informano continuamente sugli effetti che l’esposizione continua a “microinquinanti” provocano alla salute umana. Semplificando al massimo possiamo affermare che l’inquinamento dell’aria è responsabile di patologie respiratorie sia a breve termine (tipo l’asma bronchiale) che a lungo termine (come il cancro polmonare). Mi sono chiesto allora quale fosse la situazione a Perugia. Tutti conoscono i moderni pannelli che, posti in vari punti della città, avvisano sullo stato dell’inquinamento atmosferico giornaliero. A caccia di un dato più generale mi sono imbattuto nella “relazione annuale sulla qualità dell’aria del Comune di Perugia” predisposto nel 2008 dall’ARPA Umbria. Il documento, liberamente reperibile in internet, è molto lungo e ricco di tabelle in cui sono riportati i dati delle stazioni di rilevamento di Porta Pesa, Fontivegge, Ponte S. Giovanni e del parco Cortonese. Gli inquinanti monitorati sono i seguenti: PM10, PM2.5, Ossidi di Azoto (NO, NO2, NOx), Ossido di Carbonio, (CO), Benzene e altri composti aromatici, Idrocarburi Polciclici Aromatici (IPA), metalli pesanti tossici. La bella notizia è che quasi tutti i parametri misurati negli ultimi anni rispettano i limiti previsti dalla legge, tranne i PM10 a Fontivegge e Ponte S. Giovanni, e il biossido di azoto (NO2) a Fontivegge e Porta Pesa. Sempre dal sito ARPA Umbria apprendiamo che la principale fonte di PM10 e di biossido di azoto è il motore degli autoveicoli. Inoltre: La pericolosità per la salute dei PM10 è dovuta al fatto che queste polveri fini possono essere inalate e raggiungere il polmone profondo, interferendo con l’attività respiratoria dei bronchioli e degli alveoli polmonari. Spesso contengono adsorbiti numerosi microinquinanti molto nocivi per l’uomo, come metalli pesanti in traccia ed idrocarburi policiclici aromatici, che possono causare infiammazioni, fibrosi e neoplasie.”.....” Il biossido di azoto è un irritante delle vie respiratorie e degli occhi, tale gas è in grado di combinarsi con l’emoglobina modificandone le proprietà chimiche e fisiologiche con formazione di metaemoglobina che non è più in grado di trasportare ossigeno ai tessuti. Il biossido di azoto, contribuendo alla formazione di piogge acide, ha conseguenze importanti sugli ecosistemi terrestri ed acquatici”. I dati dei valore medio annuale rilevati nel 2008 sono riassunti nelle seguenti tabelle (i limiti di legge si abbassano di anno in anno in virtù del DM 60 del 2 aprile 2002.)
Molto interessante il commento che accompagna queste due tabelle: “Per la postazione di Fontivegge, è prevista dal piano regionale di risanamento della qualità dell’aria la sua ricollocazione in un sito più rappresentativo della qualità dell’aria della zona e meno soggetta all’assedio ed allo stazionamento di autobus a motore acceso ed autovetture, che influenzano pesantemente non solo le concentrazioni di PM10, ma anche di NO2, IPA e CO, tutti inquinanti prevalentemente emessi da motori a combustione interna”. Come dire che la popolazione che si trova a Fontivegge non è sottoposta al carico inquinante della zona! Sempre a caccia di notizie sulla qualità dell’aria di Perugia mi sono imbattuto poi nel Rapporto Euromobility “La mobilita’ sostenibile in Italia: indagine sulle principali 50 città”. Anche questo documento è liberamente reperibile in internet. I dati sulla qualità dell’aria 2008 secondo Euromobility sono ben rappresentati dal seguente grafico:
Le linee azzurre verticali indicano la concentrazione media annuale dei PM10 nelle varie città, quelle arancioni la concentrazione di NO2. Il grafico riporta due linee orizzontali che rappresentano i limiti di legge in vigore nel 2008 per questi due inquinanti. Il valore dei PM10 di Perugia sembra al disotto del limite mentre la concentrazione degli NO2 lo supera, quasi raddoppiandolo. Salta all’occhio che per quest’utimo dato Perugia è tra le città più inquinate d’Italia, al pari di grandi città come Firenze, Genova, Roma, Milano. Poiché Euromobility dichiara che i dati riportati sono stati forniti dalle varie ARPA presumo che il dato globale di Perugia derivi dal calcolo della media ponderata di quelli delle quattro stazioni di monitoraggio. Posso comunque affermare che i valori riportati nei due documenti non sono in contrasto: i PM10 sono poco al disotto dei limiti mentre l’NO2 li supera abbondantemente.
Per tornare alla domanda “l’aria di Perugia è inquinata?” dobbiamo rispondere con un “NI” purtroppo tendente al si. Personalmente penso che se non fosse per la tramontana (quella vera) che spazza via gli effluvi venefici delle auto, la situazione sarebbe ben più grave, come lo è ad esempio a Ponte S. Giovanni dove si osserva un maggiore ristagno. Il dato dell’inquinamento dell’aria è in accordo con quello dell’indice di motorizzazione di Perugia che è tra i più alti in Italia (68 veicoli ogni 100 abitanti, media italiana: 61, media europea 46, ma di questo parlerò in un prossimo intervento). Concludo affermando che una politica volta alla riduzione del traffico veicolare migliorerebbe notevolmente la situazione della qualità dell’aria e, in generale, della qualità della vita dei perugini.
Roberto Pellegrino – Perugia Civica
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