Moti separatisti a P.S.Giovanni?
Una notizia "accalappia-lettori",
Penso che quella dei “moti separatisti” Perugia – Ponte S. Giovanni sia una notizia "accalappia-lettori", forse utile ai quotidiani per fare cassa, ma non tanto utile alla comunità quanto lo sarebbe invece una approfondita inchiesta, sul cosiddetto “nodo di Perugia”, di cui veramente pochi ne sanno qualcosa.
Ad esempio mi piacerebbe essere informato:
1. su chi ha effettuato le rilevazioni dei flussi automobilistici e con quali risultati, su quante auto prevedono che ci passeranno e quante ne passeranno in meno su Ponte San Giovanni a fine lavori, tra una decina di anni, crisi petrolifere permettendo;
2. Su quale sia il tracciato del nodo, pubblicando delle immagini grandi e facilmente interpretabili anche dai non addetti ai lavori;
3. Su quali soluzioni alternative al nodo sono state prese in considerazione e perché sono state scartate;
4. Sugli espropri che molti cittadini subiranno e su come verranno risarciti;
5. sulla trasformazione che subirà il paesaggio, sul declassamento di aree di pregio naturalistico e con quali ricadute sul turismo;
6. Su chi pagherà l’opera, su cosa avrà in cambio, su chi la realizzerà, su chi ne sarà proprietario.
Dopo il “flop” del minimetrò (previsti 18000 passeggeri al giorno, 8000 effettivi), data la difficoltà oggettiva a reperire informazioni, penso che una inchiesta del genere sia il servizio minimo che la stampa ufficiale dovrebbe svolgere. Per ricollegarmi all’argomento separazione, sono convinto che la barriera geografica di cui “soffre” Ponte San Giovanni sarebbe abbattuta dalla modernizzazione delle linea ferroviaria, il cui vecchio tracciato, risalente al 1911, non prevedeva certo l’incremento di popolazione che osserviamo oggi. Basterebbe cioè trasformare l’attuale “littorina” in una moderna metropolitana di superficie. Lo stesso dicasi per Villa Pitignano, Ponte Felcino, Ponte Velleceppi, Pretola da un lato, Ellera, Lacugnano, San Sisto, nuovo ospedale, Ferro di Cavallo, Santa Lucia, Fontivegge dall’altro.
Quanto all’obbrobrio urbanistico di Ponte San Giovanni penso che una efficiente rete di piste ciclabili stimolerebbe i ponteggiani, come tutti gli altri abitanti di zone pianeggianti del comune (e qui l’elenco è lunghissimo), ad usare la bici per gli spostamenti in zona, alleviando un po’ la morsa del traffico. Ma figuriamoci, i politici hanno ben altro a cui pensare...