14/08/2024
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Separati da Perugia?
Ogni tanto qualcuno ripropone l'idea di dividere P.S.Giovanni da Perugia, come si legge in questi giorni sulla stampa

Ci hanno diviso fisicamente, da sempre, due salite, quella di S. Girolamo e quella di Piscille. Le strade che collegano Ponte S. Giovanni a Perugia. Fisicamente e geograficamente perché psicologicamente e socialmente le divisioni non sono mai esistite. Anzi il rapporto di dipendenza dalla città è stato il seme da cui siamo nati, se è vero che Ponte S. Giovanni è stato il porto fluviale della città etrusca.

Questo ruolo di città satellite ha frustrato nei ponteggiani ogni tentativo di crearsi un'identità propria, tanto che ci sarebbe da chiedersi se la mancanza di indipendenza sia la causa o l'effetto della realtà attuale. Appunto realtà, inutile illudersi.

Piuttosto si dovrebbe rivendicare il diritto/dovere di esprimere un peso politico che non siamo mai stati capaci di esprimere nell'interesse della collettività visto che gli affari più consistenti sono stati fatti a spese della collettività. Non è per caso che i sociologi definiscono Ponte S. Giovanni un obbrobrio urbanistico, se le due strade principali sono aggredite da un traffico metropolitano, che non si risolverà certo con la costruzione del nodo, se abbiamo il nostro Bronx, se la zona industriale conosce un degrado da alienazione e se la risorsa fiume è considerata solo come potenzialità economica. Con questi presupposti sollecitare la separazione da Perugia significa solo aumentare gli appetiti, e le spese, della lobby politica.

Invece la domanda giusta sarebbe: che cosa hanno fatto i politici eletti da Ponte S. Giovanni per la collettività di Ponte S. Giovanni?

12 Agosto 2009

La Presidente del Circolo Legambiente di Perugia

ma soprattutto cittadina di Ponte S. Giovanni




Anna Rita Guarducci

Inserito mercoledì 12 agosto 2009


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Commenti

Nome: Roberto Pellegrino
Commento: Penso che quella dei “moti separatisti” Perugia – Ponte S. Giovanni sia una notizia "accalappia-lettori", forse utile ai quotidiani per fare cassa, ma non tanto utile alla comunità quanto lo sarebbe invece una approfondita inchiesta, sul cosiddetto “nodo di Perugia”, di cui veramente pochi ne sanno qualcosa. Ad esempio mi piacerebbe essere informato: 1. su chi ha effettuato le rilevazioni dei flussi automobilistici e con quali risultati, su quante auto prevedono che ci passeranno e quante ne passeranno in meno su Ponte San Giovanni a fine lavori, tra una decina di anni, crisi petrolifere permettendo; 2. Su quale sia il tracciato del nodo, pubblicando delle immagini grandi e facilmente interpretabili anche dai non addetti ai lavori; 3. Su quali soluzioni alternative al nodo sono state prese in considerazione e perché sono state scartate; 4. Sugli espropri che molti cittadini subiranno e su come verranno risarciti; 5. sulla trasformazione che subirà il paesaggio, sul declassamento di aree di pregio naturalistico e con quali ricadute sul turismo; 6. Su chi pagherà l’opera, su cosa avrà in cambio, su chi la realizzerà, su chi ne sarà proprietario. Dopo il “flop” del minimetrò (previsti 18000 passeggeri al giorno, 8000 effettivi), data la difficoltà oggettiva a reperire informazioni, penso che una inchiesta del genere sia il servizio minimo che la stampa ufficiale dovrebbe svolgere. Per ricollegarmi all’argomento separazione, sono convinto che la barriera geografica di cui “soffre” Ponte San Giovanni sarebbe abbattuta dalla modernizzazione delle linea ferroviaria, il cui vecchio tracciato, risalente al 1911, non prevedeva certo l’incremento di popolazione che osserviamo oggi. Basterebbe cioè trasformare l’attuale “littorina” in una moderna metropolitana di superficie. Lo stesso dicasi per Villa Pitignano, Ponte Felcino, Ponte Velleceppi, Pretola da un lato, Ellera, Lacugnano, San Sisto, nuovo ospedale, Ferro di Cavallo, Santa Lucia, Fontivegge dall’altro. Quanto all’obbrobrio urbanistico di Ponte San Giovanni penso che una efficiente rete di piste ciclabili stimolerebbe i ponteggiani, come tutti gli altri abitanti di zone pianeggianti del comune (e qui l’elenco è lunghissimo), ad usare la bici per gli spostamenti in zona, alleviando un po’ la morsa del traffico. Ma figuriamoci, i politici hanno ben altro a cui pensare... Roberto Pellegrino – Perugia Civica

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