16/07/2024
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Tra Magione e Montecolognola
Cronaca di una escursione

Che poi, dice, l’archivio storico era ai tempi depositato proprio a Montecolognola (sì, dove di fronte ad una fontanella, ‘con acqua fresca e bella’, c’è la chiesa girata, da nord-sud a ovest-est, a dire che ora l’altare della medesima è davvero rivolto, come la statua di Garibaldi sempre verso Roma, eccezion per rare verso Venezia, verso oriente [ad ognuno la ‘sua Mecca’]), prima di esserlo a Magione poi a Passignano poi ancora (e così ora) alla Magione (‘dove non intendon ragione’), che poi altro non era che Pian di Carpine (sarà poi vero che sia stata fondata dai Cavalieri del santo Sepolcro di Gerusalemme, ossia di Malta?).
Recita il volantino: ‘Magione tra Belle Epoque e Futurismo’. Ma! Certo è che a parte la decorazione simil-affresco (ma affresco non è, bensì tempera punteggiata) del Dottori aerospaziale (qui solo nella volta, se proprio vogliamo, dice Sergio), la Chiesa del Battista (scesi dalla piazza Mengoni)  è occupata dai fedeli in cerimonia domenicale e la Chiesa di Montecolognola è chiusa (la custode è andata in ferie e la chiave s’è scordata di lasciarla a qualcun altro), del Dottori ci si deve accontentare dell’opuscolo che l’Angelella porta seco.
E comunque, da un Francesco ad un altro (Francesco o francescano), dal Sergio al Gian Piero (o Giampiero?), la passeggiata della ‘Magione futurista tra sprazzi di arte musica e poesia’, si bea di un passeggiata caldo-domenicale per giungere ad un toppo collinare ove la vista sul Trasimeno, inteso come lago, è davvero gradevole e fissata in una poesia (‘Le tre isole’) della Brunamonti (l’Alinda perugina, che non sappiamo quanto stimata o vituperata dal quel furbastro del Carducci, però repubblicano) che dice (sempre una Francesca):

Tre perle chiude in sé questa conchiglia
di lago: la Polvese, l’isoletta
e la Maggiore; e sono una famiglia
di tre fanciulle che le nozze aspetta.
L’aura, che tra le tamerici s’impiglia,
e co’ baci a sbocciar l’iridi affretta,
i segreti d’amor lene bisbiglia
or all’una or all’altra giovinetta.
Sposo alle tre sultane è il Divin Maggio,
che a’ talami  di canna e di ninfea
scende fresco, odorifero e selvaggio.
E nella notte cantano le rane,
lontanamente, in tutta la vallea,
l’epitalamo delle nozze arcane.

Pur erroneamente sconsigliato l’abbigliamento sportivo la salita poi a Montecolognola non è affatto temeraria, così come la discesa e risalita alla Torre, quella dei Lambardi (o Lombardi che dir si voglia), che, ammirata ed apprezzata, vieppiù dal balcone aperto sopra il quarto piano (panorama imperdibile), ci viene raccontata dal Francesco iniziale. La merenda offerta dalla Pro Loco è davvero come ‘na volta, e allora grazie a quei pochi temerari (anzi non temerari, per quanto sopra detto) che Naturavventura ha portato sin qua.



Daniele Crotti


Inserito martedì 11 agosto 2009


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