16/07/2024
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Ingorgo di Mestre (in attesa di quello sul Nodo di Perugia)
Un paese a misura dell’anatra per il foie gras: Un articolo di Ascanio Celestiini

Come c'era da aspettarsi, il dibattito sul mega-ingorgo di Mestre ha preso subito una strada... asfaltata. Ecco per esempio cosa ne pensa l'Anas:

 (ANSA) - ROMA, 3 AGO - Il Paese ha un gap infrastrutturale, non solo in Veneto, che 'stiamo cercando, con impulso del governo, di fronteggiare'. Così Ciucci. Il presidente dell'Anas ha spiegato: 'Abbiamo 150 cantieri per recuperare il gap', anche se ha aggiunto che il dimensionamento delle strade 'non è legato ad alcune punte di traffico. E' ovvio che questo non deve giustificare', ha rilevato Ciucci, 'bisogna migliorare nella predisposizione del piano di emergenza', ha aggiunto.

Per rimettere le cose a posto, niente di meglio di un tagliente articolo di Ascanio Celestini, uscito sull'Unità di oggi 3 agosto:


Un paese a misura dell’anatra per il foie gras

Autostrade a cinque corsie che terminano dentro imbuti

La soluzione individuata: altre autostrade a cinque corsie

Il risultato: migliaia di italiani in fila fuori e dentro gli autogrill


 
Nelle corsie dell’autogrill ci sono bambole e bottiglie, caramelle e giornali, cappelli e magliette. E poi ovviamente puoi prendere birra e caffè, panini e sigarette e persino sederti e mangiare un pasto completo. C’è il gabinetto e fuori, dopo i parcheggi di auto e camion, anche la pompa di benzina.

Ci passo da quindici anni negli autogrill. Andare in tournée significa mangiare una volta su due in questi posti e fermarcisi per il caffè, la benzina e i bisogni corporali. Ogni volta mi stupisce quello che si vende tra quelle corsie dove c’è l’Italia per turisti distratti con bottiglie di Chianti e Limoncello di Salerno, la pasta fatta a forma di piccoli organi sessualimaschili tricolore fino ai salami di felino e ai prosciutti pepati. C’è qualcuno che se lo compra quel prosciutto della Valtellina tutto ricoperto di pepe? In quindici anni ho visto solo uno che usciva con quella palla di ciccia in mano, era un ragazzino e quando ha suonato l’allarme si è messo a correre. Se l’era rubato. Ora in questi magazzini lungo l’autostrada ci passa un bel pezzo della popolazione italiana. Ci passa e ci si ferma in una pausa e l’altra dell’ingorgo nazionale. Sì perché quelli che si sono messi in viaggio hanno regalato un po’ della loro vita al traffico. Ci sono stati ingorghi ovunque, dalla Salerno-Reggio Calabria, eterna finzione di autostrada, fino al Veneto, quel Nord-est che è diventato un’unica città, un’unica colata di cemento percorsa da strade, mucchi di casette e casermoni, magazzini pieni di prodotti cinesi e capannoni abbandonati dopo la fuga degli industrialotti delocalizzati in paesi più morti di fame e produttivi di noi. E infatti il record è stato messo in queste giornate proprio sulle strade venete nel bel mezzo di una grande opera appena realizzata: il passante di Mestre che, dicono da Autovie Venete «ha spostato di qualche decina di chilometri il problema, ma la situazione non cambierà fino a che non si eliminerà quell’imbuto». Perché lo stradone a cinque corsie è solo una parentesi rosa tra strade che ne hanno due o tre. Ma che significa? Vogliono trasformare tutta le strade della regione in larghe lingue di catrame a cinque vie? A quel punto per passare dalla Romagna al Trentino, dal Friuli alla Lombardia si formerà un ingorgo per gli stessi motivi? Vogliono sbracare tutte le strade del paese per evitare imbuti? C’è stato traffico anche a Olbia e pure i passeggeri che dovevano salire sulle navi sono rimasti intrappolati: allargheremo anche il mare e lo inzepperemo di transatlantici? E il Ponte sullo stretto di Messina? Per costruirlo e non creare un’entusiasmante ammucchiata di traffico sospeso sul mare toccherà cementificare da Palermo a Napoli.

Allora mi viene in mente una frase di Francesco Gesualdi che avrebbe potuto dire anche mia nonna, «quando si è mangiato a sufficienza ogni altro boccone provoca malessere». E mi immagino questo gomitolo di strade italiane come un lungo esofago che si butta nei mille stomaci che sono le località turistiche. Bocconi di sardi in viaggio verso il continente e napoletani che cercano la via delle Alpi, fiorentini e milanesi bramosi di mare o calabresi e siciliani in cerca di fresco, boli turistico-alimentari che premono nel tubo dell’autostrada. Ma l’Italia è molto più che sazia, è abbuffata di turisti. I turisti premasticati che premono per una digestione che diventa un’ammucchiata impossibile.

Allora ci dicono che faranno altre autostrade. Treni superveloci e ponti monumentali. Altre grandi opere. Lo stomaco cresce, si dilata e dove infilavo un boccone ce ne posso mettere due. La bocca resta piccola,ma posso evitare di masticare, buttarci dentro intrugli premasticati, velocizzare il movimento del braccio che muove la forchetta piena dal piatto alle fauci e poi, vuota, la riporta al piatto per riempirsi ancora. Posso accorciare la distanza tra bocca e tavolino, comprare una posata più capiente e persino infilarmi un imbuto direttamente nello stomaco fino a far scoppiare il fegato come succede coi pennuti d’oltralpe allevati per il foie gras. Il grasso bollito spinto con un tubo nel becco dell’anatra gli gonfia il fegato provocando una patologia che si chiamata steatosi epatica. È buono il foie gras. È buono per chi se lo mangia,ma cosa ne pensa l’anatra? Quella gustosa o disgustosa pappetta francese è una delle poche specialità che non trovo in vendita all’autogrill. Non ci sta proprio perché è francese, mentre qui si trovano i prodotti del folclore culinario italico. Ma il cibo in mostra è solo una distrazione perché il vero cibo siamo noi, grasso di turista bollito per ingrossare il fegato nazionale. Le grandi opere ci allargheranno le fauci, accorceranno le distanze tra la bocca e lo sfintere, tra la scodella e il cesso.



Ascanio Celestini


Inserito lunedì 3 agosto 2009


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