Un tappeto di siringhe
Questa immagine, raccolta in una mattina qualsisi nelle adiecenze dell'università, è emblematica di due dei più tristi primati della nostra città: quello dei morti per overdose e quello del tasso di criminalità legato allo spaccio di stupefacenti. A fronte della dimensione del fenomeno dello spaccio, che sappiamo essere controllato dalle mafie, dobbiamo registrare l'allarme della magistratura perugina relativo alla carenza di personale che ostacola l'attività di repressione. Tuttavia un problema come quello dell'utilizzo diffuso di sostanze stupefacenti non può essere affrontato solo sotto il profilo della repressione ma deve imporre a tutti i cittadini una seria riflessione su alcuni aspetti. Le condizioni sociali o personali che portano al consumo abituale La cocaina viene vista come una risposta alla richiesta di alte prestazioni e di euforia nel lavoro come nel piacere. La sua immagine positiva è rafforzata dall'uso che ne fanno i 'VIP' considerati da molti come modelli da imitare. Per contrastarne gli effetti collaterali indesidarati sono poi disponibili le altre sostanze. Per contro è scarsa l'informazione dei giovani e spesso gli adulti non sono in grado di proporre loro modelli alternativi al consumismo dilagante ed alla ricerca del successo ad ogni costo. Il mercato viene affrontato dai trafficanti con le tecniche mercantili utilizzate per gli altri prodotti, così se c'è una piazza da conquistare o una sostanza da promuovere i prezzi vengono abbassati e la distribuzione viene resa capillare per stimolare la domanda. Si impone quindi la ricerca di nuovi modelli di relazioni sociali che possano essere appaganti e colmare il vuoto che porta a cercare risposte nella droga. La riduzione del danno
Per evitare che ai problemi di tossicodipendenza si aggiungano quelli legati alla diffusione delle malattie infettive è importante che siano attive strutture per la distribuzione di materiale sterile, facilmente accessibili (unità di strada) dove operano equipe composte da figure professionali diverse. Questo consente anche di indirizzare i consumatori di stupefacenti verso le strutture sanitarie specializzate nella riabilitazione. L'inclusione lavorativa e sociale
Per i lavoratori con problemi di tossicodipendenza la condizione lavorativa deve essere salvaguardata sia con il rispetto della privacy che con orari di lavoro compatibili con i trattamenti sanitari. Viceversa nei casi in cui le condizioni personali siano incompatibili con il lavoro dovrebbero essere intrapresi appositi programmi di inserimento lavorativo in situazioni protette'. Deve comunque essere contrastata la discriminazione e l'emarginazione delle persone con problemi di droga che hanno diritto ad una vita sociale, promuovendo una cultura dell'inclusione e dell'accoglienza. Il proibizionismo l'Italia ha fatto una scelta proibizionista ma esperienze di altri paesi ci dimostrano che l'assunzione assistita di sostanze ha consentito di ridurre il numero di decessi, abbattere drasticamente il numero dei nuovi consumatori e limitare i crimini connessi alla droga.
Angela Cataliotti
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