Dichiarazione del Segretario Generale dell’Onu Antònio Guterres sull’emergenza in corso a Gaza, New York, 8 aprile 2025:
“È passato più di un mese intero senza che sia entrata una sola goccia di aiuti a Gaza. Né cibo. Né carburante. Né medicine. Né forniture commerciali.
Man mano che gli aiuti sono venuti a mancare, le porte dell’orrore si sono riaperte.
Gaza è un campo di sterminio - e i civili sono intrappolati in un ciclo infinito di morte.
Alcune verità sono evidenti fin dagli atroci attacchi terroristici del 7 ottobre da parte di Hamas.
Soprattutto, sappiamo che i cessate il fuoco funzionano.
Il cessate il fuoco ha permesso il rilascio degli ostaggi.
Il cessate il fuoco ha garantito la distribuzione di aiuti salvavita.
Il cessate il fuoco ha dimostrato che la comunità umanitaria può operare.
Per settimane – le armi hanno taciuto, gli ostacoli sono stati rimossi, i saccheggi sono cessati – e siamo stati in grado di fornire aiuti salvavita a praticamente ogni parte della Striscia di Gaza. Tutto questo è finito con la rottura del cessate il fuoco.
La speranza è svanita per le famiglie palestinesi a Gaza e per le famiglie degli ostaggi in Israele – e me ne è stato ricordato il dolore proprio ieri, incontrando nuovamente i familiari degli ostaggi.
Ecco perché ho costantemente chiesto il rilascio immediato e incondizionato di tutti gli ostaggi, un cessate il fuoco permanente e pieno accesso umanitario.
In tempi come questi, dobbiamo essere cristallini… chiari sulla situazione.
Con i valichi di Gaza chiusi e gli aiuti bloccati, la sicurezza è a pezzi e la nostra capacità di operare è stata strangolata.
E come hanno dichiarato ieri i responsabili delle organizzazioni umanitarie dell’ONU in una dichiarazione congiunta: “Affermazioni secondo cui ci sarebbe abbastanza cibo per sfamare tutti i palestinesi a Gaza sono lontane dalla realtà sul terreno, e le scorte stanno finendo drasticamente.”
Dobbiamo essere chiari anche riguardo agli obblighi.
In quanto potenza occupante, Israele ha obblighi inequivocabili ai sensi del diritto internazionale – incluso il diritto umanitario internazionale e il diritto internazionale dei diritti umani.
L’articolo 55, paragrafo 1, della Quarta Convenzione di Ginevra stabilisce che “la Potenza Occupante ha il dovere di garantire le forniture alimentari e mediche alla popolazione”.
L’articolo 56, paragrafo 1, afferma che “la Potenza Occupante ha il dovere di garantire e mantenere… gli ospedali e i servizi medici, la sanità pubblica e l’igiene nel territorio occupato”.
Stabilisce inoltre che il personale medico di ogni categoria deve poter svolgere i propri compiti.
E l’articolo 59, paragrafo 1, della Quarta Convenzione di Ginevra prevede che “se la totalità o parte della popolazione di un territorio occupato non dispone di forniture adeguate, la Potenza Occupante dovrà accettare piani di soccorso in loro favore e facilitarli con tutti i mezzi a sua disposizione”.
Nulla di tutto ciò sta avvenendo oggi.
Nessun aiuto umanitario può entrare a Gaza. Nel frattempo, ai valichi, cibo, medicine e rifugi si stanno accumulando, e attrezzature vitali sono bloccate.
Il diritto umanitario internazionale prevede anche l’obbligo di rispettare il personale dei soccorsi umanitari.
Voglio rivolgere una parola speciale a quegli eroi umanitari a Gaza. Sono sotto attacco eppure continuano a seguire la loro missione: aiutare le persone.
Le agenzie dell’ONU e i nostri partner sono pronti e determinati a intervenire. Ma i nuovi meccanismi di autorizzazione proposti dalle autorità israeliane per la distribuzione degli aiuti rischiano di controllare e limitare freddamente gli aiuti fino all’ultimo chicco di farina.
Sia chiaro: noi non parteciperemo a nessun meccanismo che non rispetti pienamente i principi umanitari: umanità, imparzialità, indipendenza e neutralità.
L’accesso umanitario senza ostacoli deve essere garantito. E il personale umanitario deve ricevere la protezione garantita dal diritto internazionale.
L’inviolabilità delle sedi e dei beni delle Nazioni Unite deve essere rispettata.
Rinnovo l’appello per un’indagine indipendente sull’uccisione di operatori umanitari – inclusi membri del personale ONU.
Dobbiamo rimanere fedeli ai nostri principi fondamentali. Gli Stati membri delle Nazioni Unite devono rispettare i loro obblighi in base al diritto internazionale. E ci devono essere giustizia e responsabilità quando ciò non accade.
Il mondo forse sta esaurendo le parole per descrivere la situazione a Gaza, ma noi non fuggiremo mai dalla verità. L’attuale percorso è un vicolo cieco – totalmente intollerabile agli occhi del diritto internazionale e della storia.
E il rischio che la Cisgiordania occupata si trasformi in un’altra Gaza aggrava ulteriormente la situazione.
È tempo di porre fine alla disumanizzazione, proteggere i civili, liberare gli ostaggi, garantire gli aiuti salvavita e rinnovare il cessate il fuoco”.
Dichiarazione dei responsabili di OCHA, UNICEF, UNOPS, UNRWA, WFP e OMS, 7 aprile 2025
“Da oltre un mese, nessun rifornimento commerciale o umanitario è entrato a Gaza. Più di 2,1 milioni di persone sono intrappolate, bombardate e affamate ancora una volta, mentre, ai valichi di frontiera, scorte di cibo, medicine, carburante e tende si accumulano, e attrezzature vitali restano bloccate.
Oltre 1.000 bambini sono stati uccisi o feriti solo nella prima settimana dopo il crollo del cessate il fuoco, il bilancio settimanale più alto di vittime infantili a Gaza nell’ultimo anno.
Solo pochi giorni fa, i 25 panifici sostenuti dal Programma Alimentare Mondiale durante il cessate il fuoco hanno dovuto chiudere per la mancanza di farina e gas da cucina.
Il sistema sanitario, già parzialmente funzionante, è al collasso. Le forniture mediche essenziali e i materiali per il trattamento dei traumi stanno rapidamente finendo, minacciando di vanificare i progressi faticosamente ottenuti per mantenerlo operativo.
L’ultimo cessate il fuoco ci ha permesso di ottenere in 60 giorni ciò che bombe, ostacoli e saccheggi ci avevano impedito di fare in 470 giorni di guerra: far arrivare aiuti salvavita in quasi ogni parte di Gaza. Sebbene ciò abbia offerto una breve tregua, affermare che ora ci sia abbastanza cibo per sfamare tutti i palestinesi di Gaza è lontano dalla realtà sul campo: le scorte stanno finendo in modo allarmante.
Stiamo assistendo a atti di guerra a Gaza che mostrano un totale disprezzo per la vita umana.
Nuovi ordini israeliani di evacuazione hanno costretto centinaia di migliaia di palestinesi a fuggire ancora una volta, senza un luogo sicuro dove andare. Nessuno è al sicuro. Almeno 408 operatori umanitari, inclusi oltre 280 dell’UNRWA, sono stati uccisi da ottobre 2023.
Con il blocco israeliano su Gaza, ora al secondo mese di intensificazione, facciamo appello ai leader mondiali affinché agiscano – con fermezza, urgenza e decisione – per garantire il rispetto dei principi fondamentali del diritto internazionale umanitario.
Proteggere i civili. Facilitare gli aiuti. Liberare gli ostaggi. Rinnovare il cessate il fuoco”.
Tom Fletcher, Sottosegretario Generale per gli Affari Umanitari e Coordinatore per i Soccorsi d’Emergenza OCHA
Catherine Russell, Direttore Esecutivo, UNICEF
Jorge Moreira da Silva, Direttore Esecutivo, UNOPS
Philippe Lazzarini, Commissario Generale, UNRWA
Cindy McCain, Direttore Esecutivo, WFP
Dr. Tedros Adhanom Ghebreyesus, Direttore Generale, OMS