Ci ha lasciato nei giorni scorsi Lauro Ciurnelli, un uomo che si è speso per tutta la vita nella difesa dei valori di libertà, cultura, democrazia, ambiente, in tutte le situazioni in cui ha dato il suo impegno: la scuola, la politica, le associazioni, l'ambientalismo, la cultura del suo territorio. Uno dei punti di maggior impegno, negli ultimi tempi, era stato a proposito delle condizioni della chiesina della Madonnuccia (vedi foto). E' stato anche membro attivo della Società del Bartoccio.
Vogliamo ricordarlo ripubblicando un suo intervento del maggio 2021 contro il progetto di devastazione ambientale che va sotto il nome di "nodino".
No alla distruzione del paesaggio agricolo
Una cementificazione diffusa e in parte abusiva che potrebbe distruggere per sempre un patrimonio paesaggistico che è un bene comune ereditato e da trasmettere alle generazioni future
A proposito della polemica sulla realizzazione di una nuova strada fra le località di Collestrada e Sant’Andrea D’Agliano denominata NODO o NODINO di Perugia, forse conviene ricordare che l’intera area più a sud del territorio comunale, ex IX Circoscrizione, si articola in due piani: la collina e la pianura.
La parte pianeggiante è interamente attraversata dal Tevere ed è una fertile vallata di origine alluvionale. Per questo è indicata e protetta come area agricola di pregio. Così è da tempo sotto le mire di una speculazione privata che può essere concretamente ricordata. Le stesse radici sociali delle collettività come Santa Maria Rossa, San Martino in Campo e Sant’Andrea D’Agliano sono legate al mondo dell’agricoltura. Mentre oggi gran parte delle terre risultano in una situazione difficilmente decifrabile.
Da qui il rischio di una cementificazione diffusa e in parte abusiva che potrebbe distruggere per sempre un patrimonio paesaggistico che è un bene comune ereditato e da trasmettere alle generazioni future. I vincoli stessi della programmazione urbanistica vengono cancellati con il gioco delle varianti al Piano Regolatore che rappresenta il progetto urbano studiato e democratico.
Un prezzo altissimo pagato per uno sviluppo urbanistico molto discutibile, mentre l’intero territorio conserva una naturalità e una bellezza mozzafiato osservata dal colle durante i vari cicli stagionali. Il tutto secondo le direttive che provengono da un falso ambientalismo di facciata.
Lauro Ciurnelli
Inserito lunedì 17 maggio 2021