Fino alla fine dello scorso anno all’uscita del minimetro al Pincetto resisteva la scritta sul muro che riporto nella foto. La scritta testimoniava la volontà di molti nel riconoscere che il sopruso sulla popolazione palestinese che perdura ormai da 80 anni necessita una soluzione, e, se vogliamo, decorava di giustizia un angolo importante e frequentato della città.
Con mio grande dispiacere e spero e credo di molti altri, dopo un reiterato assalto del cantiere comunale che già prima di natale aveva tentato di eliminarla senza riuscirvi, è perduta (vedi foto).
Volevo denunciare questa scelta del comune come inopportuna, ma poi un amico mi ha detto che non era corretto lamentarsi, perché il cantiere comunale aveva fatto il suo dovere, solo che continuando a girare ho scoperto che una scritta molto più invasiva e anche molto insignificante non ha subito la stessa sorte ma persiste indenne da anni. Si potrebbe pensare che è posta nascosta in una zona minore della città. Ebbene la scritta che riporto qui sotto è sul muro di palazzo Brutti, sede della Sovraintendenza dei beni artistici a diretto contatto con l’Arco Etrusco.
Allora ho dedotto che la cancellazione di "Free Palestine" era un intervento mirato non al decoro della città ma aveva una precisa finalità politica.
Non mi aspettavo di aver votato un’amministrazione filosionista, non mi aspettavo che una sindaca che stende una bandiera della pace fuori della finestra si preoccupasse cosi attivamente di far cancellare quella scritta innocua, Con quello che sta succedendo ora penso che dovrebbe essere lei con il seguito di telecamere e fotografi a ripristinarla.