Mulini a vento... o impianti industriali?
Ecco cosa si nasconde dietro l’improvvisa esplosione della corsa alle rinnovabili: il valore dell'incentivo è calcolato non solo sulla produzione, ma in base alla potenza istallata
Molto brutalmente, mentre fino a ieri con i “certificati verdi” erano, molto opportunamente, basati sulla produzione effettiva di energia, oggi invece tramite il PNRR, semplicemente si prevedono finanziamenti A FONDO PERDUTO per l'installazione di impianti rinnovabili, con contributi che vanno a coprire una parte del costo iniziale dell’investimento. La questione della GRANDE CORSA alle rinnovabili, non è certo legata a meriti ambientalisti, di salvezza del pianeta, sensibilità alla causa ecologista ed altre amenità da parte delle imprese di settore, è invece più prosaicamente ed esclusivamente questione “di vil denaro”, infatti soltanto dopo che sono stati emanati e resi operativi i Decreto FER 1 e FER 2 il valore dell'incentivo è calcolato non solo sulla produzione, ma l’accesso a dette misure avviene IN BASE ALLA POTENZA INSTALLATA, che è cosa ben diversa dall’energia prodotta. Se questi sono i presupposti normativi, beh allora tutto si spiega: - è irrilevante, se l’impianto che vado a proporre, stando alle statistiche di produzione dell’eolico, esse saranno in funzione/produzione -nella migliore delle ipotesi- soltanto per il 20% del tempo; - non è prioritario, se i luoghi ove andrò ad installare “i mulini a vento” siano classificati con vento incostante e non idonei alla produzione di energia eolica, ovvero gli Appennini in particolare e l’Italia piú in generale siano classificati nello scalino 1, il più basso di una scala di 5, dall’European Wind Atlas (ovvero un atlante eolico dedicato, una dettagliata mappa dei venti che viene utilizzato per individuare con precisione le zone con maggiore ventosità più adatte per sfruttare al massimo la produzione eolica); - non è determinante da un punto di vista economico, l’entità dell’investimento iniziale, perché il 40% sarà rimborsato dallo Stato fino al 2026, che poi mi garantirà inoltre per 20 anni ancora, degli ulteriori incentivi per ogni Gw (o frazione) prodotto e immesso in rete dall’eolico; - a livello europeo, la Commissione ha approvato il regime di incentivi italiano, riconoscendo la misura come "necessaria, adeguata e proporzionata" per il raggiungimento degli obiettivi ambientali. I miei investimenti privati quindi, mi saranno rimborsati, la mia produzione gode di incentivi GARANTITI per i prossimi 20 anni ed …oplà, il “rischio d’impresa” è azzerato. E’ veramente bello fare l’imprenditore in Italia con i soldi degli altri, segnatamente, con i soldi delle tasse degli italiani. Alla luce di quanto sopra, è pertanto di tutta evidenza che alla base della cosiddetta filiera dell’eolico in Italia, non vi sia una questione ambientale, ma trattasi esclusivamente di UNA QUESTIONE ECONOMICA. Danno pubblico, profitto privato! Quando microsocietà inesistenti, fallite/rianimate, create allo scopo, tutte rigorosamente Srl il cui capitale a rischio è limitato a poche migliaia di euro, società sconosciute, senza bilanci o con bilanci a zero, vengono aperte dall’oggi al domani e presentano ai Comuni, alle Regioni progetti per Comunità energetiche che come nell’emblematico caso di Rimini, arrivano ad un investimento dichiarato di 1 miliardo, ecco che emergono alcune domande veramente preoccupanti: - perché progetti faraonici con investimenti dichiarati di oltre 1 miliardo, vengono spacchettati in tanti micro progetti e spalmati localmente lungo la penisola? - perché si vuole sfuggire a controlli economici fiscali, diluendo/dissimulando la provenienza di capitali ed ingenti risorse, senza dare nell’occhio? - chi c’è effettivamente dietro questi progetti copia/incolla IDENTICI, trasformati in un enorme PUZZLE le cui piccole tessere poi vengono spedite e commissionate a geometri, ingegneri, geologi, studi tecnici, rigorosamente Srl, sparpagliate per l’Italia, al fine evidente d’impedire di poter risalire alla “longa manus”? - guarda caso, come mai tutti ripropongono gli stessi elaborati, gli stessi grafici, le stesse relazioni semplicemente passate di mano …segno evidente di un’unica grande piano e disegno originario, opportunamente dissimulato per nascondere qualcosa di opaco, inopportuno e/o inconfessabile, tipico della politica, degli affari. CHIAMATELO COME VOLETE, MA IL GRANO, LA CASSA, IL BOTTINO, IL BUSINESS, I SOLDI VERI, SI FANNO PRINCIPALMENTE SULLA POTENZA INSTALLATA E NON SULL’ENERGIA PRODOTTA DALLE PALE EOLICHE*. Me ne frego quindi del fatto che: le torri eoliche siano alte anche 200 metri (la più gettonata icona “pseudo religiosa” della transizione energetica) per andare alla ricerca di un vento inesistente; della scarsa o inesistente produzione eolica futura; dei danni fatti e di quelli che potrò fare se fallisco, chiudo o cedo la Srl; me ne frego, perché il mio capitale che ho parzialmente anticipato, mi sarà in parte regalato e il rimanente restituito e comunque, avrò sempre e comunque un guadagno garantito (per 20 anni) non per produrre …ma per costruire! Capito questo passaggio, tutto torna, tutto si spiega e, a difesa preventiva da possibili interferenze, opposizioni, ricorsi da parte degli ambientalisti da salotto, da quelli che dicono sempre NO, dai soliti guastatori, ecco che il Governo ha messo al riparo questi “capitani coraggiosi dell’industria e degli affari” inserendo in apposita Legge la corsia preferenziale di accelerazione per il settore energetico, depurata dalla burocrazia locale, spuntando le armi ai comitati, alle associazioni, liberando i progetti energetici da vincoli, azzerando le Soprintendenze paesaggistiche storico culturali e chiunque altro si voglia frapporre tra affari, COMPAGNI DI MERENDE e “progresso”!!! La cartina al tornasole, la bocca della verità su detta questione, appare lampante laddove, GUARDA CASO, nessun sospetto è mai sorto in capo ad una Pubblica Amministrazione (a cominciare da quella Europea, fino allo Stato, non esenti Regioni, Province, e Comuni), ovvero nessuno si è mai posto il problema di subordinare le autorizzazioni concesse, o da concedere, alla stipula di una VERA ED EFFICACE fidejussione bancaria o assicurativa, proporzionata sia all’investimento che al possibile danno futuro per la collettività, in violazione di prescrizioni, Leggi o Regolamenti, atteso che una qualsiasi Srl "La qualunque" con 5.000 euro di capitale, possa oggi presentare ad una Pubblica Amministrazione progetti e possa realizzare investimenti economici per centinaia di milioni di Euro ...o anche 1 miliardo, pensate, anche avvalendosi del silenzio/assenso, quando la P.A. non riesce a rispondere in tempo. E molto ci sarebbe da dire su quel "non riesce"... Ma noi, non siamo un Paese normale!!! *Secondo i dati Terna del 2022, il contributo installato delle fonti eolico e fotovoltaico insieme, hanno raggiunto soltanto il 3,8% annuo, rispetto a quanto richiesto dall'Europa, ovvero 9 GW di energia installata (2,318 GW di fotovoltaico, 0,531 GW di eolico). https://acrobat.adobe.com/.../urn:aaid:sc:EU:782728b6... pag 68-70
Fondo mondiale per la natura (Wwf) Umbria
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