Elena
Nuovo volume di poesie di Giorgio Filippi
Giorgio Filippi, nel suo ultimo lavoro dal titolo “Elena. Poesie di fragile urgenza e una stramba canzone”, ci trasporta in una poesia raffinata, in cui ogni singola parola ha un peso ben preciso. Un mondo poetico caratterizzato dalla presenza femminile. Elena promessa sposa di Menelao diventa suo malgrado la scusa per scatenare una violenta contesa, l'ennesima. Ella, come una venere, rimane nel palazzo in attesa degli eventi. Si tratta dell'ennesima storia millenaria del genere umano. L'immagine della "bella Elena" avrebbe potuto essere esemplificata da migliaia di modelle da copertina, invece no. Il suo ritratto viene cristallizzato dal poeta nella luna gialla su un mare etereo e terribile, dipinto dal pittore Michele Sbicca. Per catapultare la donna nella modernità, l’autore ha dedicato il libro a Goliarda Sapienza, una figura di spicco del Novecento, che ha incarnato nell’immaginario collettivo il significato di libertà. Così tra il dubbio della "fragile urgenza" e la terribile realtà dell'uomo moderno che sopravvive sulla crosta terrestre nella polvere di settanta guerre, la poesia di questo ottavo libello tesse una ragnatela di seta delicatissima. Si tratta di quotidiane immagini e semplici gesti che accudiscono le vittime delle violenze e i carnefici in questa lotta fratricida tra uomini. La mano vile del potere viene sfigurata e annichilita dalle alabarde e dalle bombarde del poeta. Le prime come evocazioni di giustizia interplanetaria, le seconde come armi primordiali, che nulla possono contro l’abbraccio dell'amore e la tenerezza del bambino. All’interno del libro si percepisce un senso di colpa che attanaglia l’individuo per l’impotenza di porre fine al male che imperversa sulle terre martoriate dai conflitti. I colori sono ricorrenti, si fa riferimento al bianco della luna, al buio dell’inverno che porta con sè il silenzio. Il sole ha perso la sua piena luminosità a causa della polvere dei bombardamenti, il rosso può essere interpretato come colore drammatico, oppure come una macchia che illumina un mondo devastato dall’oscurità delle lotte. I volti sofferenti e gli sguardi spenti di coloro che hanno perso tutto, ogni minimo ricordo sotterrato dalle macerie di quella che una volta era il loro rifugio…Casa! “Nude le parole, seccate anche le lacrime”. Rimangono i silenzi e l’immaginazione, che descrivono con grande accuratezza gli effetti sui civili e le civiltà a loro vicine, che loro malgrado, devono pagare il prezzo più alto. “C’è l’urgenza di rimanere umani” . Così a gran voce, il poeta richiama il lettore all’attenzione, con l’obbligo di essere umani e non assuefarsi alla distruzione, ma ritornare a godere della canzone, stramba e semplice. Il La canzonetta, con la donna in rosso, può ridonare al mondo frivolezza, sempre in equilibrio precario come cantava Carmen Consoli nel 2000, ma con gioiose e promettenti prospettive di vita. Giorgio Filippi nella caricatura di Moreno Chiacchiera
Vanessa Bocci e Paolo Pablos Parigi
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