09/03/2025
direttore Renzo Zuccherini

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Arpa Umbria consulente di aziende controllate?
Arpa Umbria svolge servizi e riceve denaro da aziende che deve controllare: la legge non consente simili forzature. Italia chiede il ricambio dei vertici dell'agenzia


Per quale motivo ARPA Umbria ha accettato e portato avanti una doppia convenzione onerosa (secretandola immotivatamente, come vedremo), in favore di un'azienda rigorosamente sottoposta a verifiche AIA, come Tapojarvi, quotidianamente agli onori delle cronache, assieme ad AST, per le nubi tossiche e le polveri incontrollate di Prisciano?
E perché Tapojarvi ha inteso valersi proprio di ARPA Umbria - e non di laboratori privati- per campionare, analizzare e classificare il proprio filler e il relativo materiale fresato?

Tali domande non sono peregrine, perché i motivi di assoluta inopportunità sarebbero già evidenti, ma anche la stessa Legge regionale umbra 7/2020 prevede precisi limiti all'azione dell'Agenzia di protezione ambientale.
In particolare, l'art. 3, comma 3 ter, stabilisce che "Le attività (in favore dei soggetti privati) di cui al presente comma sono svolte solo se sono compatibili con la tempestività dell'azione e l'imparzialità dell'A.R.P.A., e se non determinano situazioni di conflitto di interessi, anche solo potenziale; in particolare, è vietato lo svolgimento di attività di consulenza in favore di soggetti privati su materie sottoposte a vigilanza da parte del Sistema nazionale a rete per la protezione dell'ambiente (SNPA)".

Essendo Tapojarvi già sottoposta a verifiche AIA anche su materie sottoposte a vigilanza SNPA, come i rifiuti, ARPA Umbria non avrebbe minimamente dovuto operare consulenze, né, a maggior ragione, siglarvi convenzioni, atti che, sia detto a margine, non sono nemmeno stati caricati nel sito istituzionale, a dispetto degli obblighi di trasparenza dell'Ente sul piano ambientale e considerando infine che il segreto industriale - comunque non citato nelle convenzioni- non può superare l'interesse generale.

Giovedì 13 febbraio il gran finale di queste forzature istituzionali: una surreale conferenza stampa presso la sede ARPA Umbria di Terni. Qui l'Agenzia stessa annuncia urbi et orbi l'habemus filler, magnificando la "collaborazione" con simili aziende, toni dal sapore promozionale, quando a Prisciano, a Terni est, nello stabilimento stesso, residenti e operai non ricordano prese di posizione altrettanto radicali da parte di ARPA sul disastro ambientale in corso.

Se è certo auspicabile che, a ben 15 anni dalle prescrizioni AIA 2010 ThyssenKrupp, si intraveda un primo, faticoso traguardo nel recupero almeno di una frazione delle enormi quantità di scorie siderurgiche generate annualmente da AST, la schizofrenia assoluta dello scenario istituzionale può essere fotografata così: nelle stesse ore in cui il sindaco di Terni, senza reale consapevolezza, mandava la Polizia Municipale al polveroso Parco Scorie diretto proprio da Tapojarvi (e da AST), l'assessore di quella stessa Giunta comunale applaudiva e riabilitava la citata Tapojarvi, insieme ad ARPA medesima. Lo stesso a.d. AST, Dimitri Menecali, accorso presso ARPA Umbria nelle vesti di improbabile ecologista, parimenti pontificava sull'ambiente. 
Tutti dalla stessa parte, controllori e controllati, in una confusione di ruoli che è frutto avvelenato del rovesciamento della mission di ARPA.

Potremmo aggiungere molto altro, ma c'è materiale sufficiente, affinché la Regione Umbria proceda immediatamente al ricambio dei vertici dell'Agenzia, ripristinando la necessaria terzietà di ARPA, evitando altre inopportune "collaborazioni" (ce ne sono?), senza ulteriori indugi.

Marco Sansoni e Andrea Liberati



Italia Nostra Umbria

Inserito lunedì 17 febbraio 2025


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