09/03/2025
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Perugia 1416, quale decennale?
Sono gli uomini e le donne che le tradizioni fanno nascere, le vivono, adattano a sé stessi nel tempo, decidono se farle morire o continuare a vivere. "Perugia 1416" non pare aver attecchito in città come speravano: è andata avanti grazie alle consistenti risorse investiteci dal Comune. Però sarebbe il caso di tirare le somme su quanto è successo in questi dieci anni, sui denari investiti di fronte ai risultati ottenuti


Le tradizioni nascono da occasioni inventate per svariati motivi che spesso rimangono occasionali mentre alcune dopo un periodo iniziale proseguono nel loro intento adattandosi al tempo che vivono. Trasformandosi, appunto, in tradizioni a volte così lontane nel tempo che di esse si sono persi il quando e i motivi che le hanno dato vita, mentre rimangono quelli che le fanno vivere. 
A Perugia la "Fiera dei morti" affonda le sue radici nella Perugia del Popolo ed è viva e vegeta da secoli, stessa cosa per la "Festa di Monteluce" a Ferragosto che, pur a fatica, dimostra di non voler cedere all'usura. Tradizione sono diventate "Umbria Jazz" e il "Festival Internazionale del giornalismo", mentre il sempre rimpianto "Teatro in piazza" è stato funzionale a un periodo poi, non riuscendo a modificarsi adattandosi al nuovo, è finito mano a mano che i borghi dove avveniva si spopolavano e si allentava il legame con essi di cittadini e cittadine.
In buona sostanza sono gli uomini e le donne che le tradizioni fanno nascere, le vivono, adattano a sé stessi nel tempo, decidono se farle morire o continuare a vivere.
"Perugia 1416" con la speranza di vederla diventare una specie di "Palio di Siena" è nata per volontà della Giunta comunale di centrodestra per rievocare l'ingresso vittorioso di Braccio Fortebraccio a Perugia. Memorabile a tale proposito fu il prof. Grohmann quando disse che festeggiarlo a Perugia era come festeggiare in Italia Caporetto. 
Per questo motivo o per altri sta di fatto che "Perugia 1416" non pare aver attecchito in città come speravano. Nonostante ciò è andata avanti grazie alle consistenti risorse investiteci dal Comune e per l'uso di figuranti, novelli soldati di ventura, presi in prestito da altre rievocazioni. E a dieci anni di distanza dalla prima manifestazione anche quest'anno Braccio Fortebraccio entrerà in città e in suo onore le Porte perugine si sfideranno al tiro con l'arco e a quello della fune.
Va bene. Dopo però sarebbe il caso di tirare le somme su quanto è successo in questi dieci anni, sui denari investiti di fronte ai risultati civici, sociali ed economici ottenuti, su quanto essa sia entrata nel cuore nell'anima nelle viscere di perugini e perugine.
Successivamente senza pregiudizi far sapere con chiarezza se debba cambiare e come, se va bene così com'è perché ci sono dei cittadini cui interessa e hanno il diritto di viverla; oppure prendere atto del fatto che non si può continuare con quello che appare accanimento terapeutico e darci un taglio, perché il 2025 è sì il decennale di "Perugia 1416" ma finora sembra il decennale di un fallimento.



Vanni Capoccia

Inserito martedì 4 febbraio 2025


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