Cento pale eoliche: un ecomostro per l'Umbria
Lungo i pendii montuosi verrebbero impiantate una settantina di pale eoliche alte fino a duecento metri. Un'altra trentina sorgerebbero nei comuni confinanti nelle Marche
Sull’ uso rovinoso dell’ambiente e del paesaggio in Italia, sui danni apportati al patrimonio nazionale in spregio alle disposizioni che pur sono state emanate (e costantemente disattese), a scriverne si potrebbero riempire biblioteche.
“All’ insegna di un costume onnidiffuso di illegale modificazione, alterazione, distruzione di quel patrimonio in vista dell’esercizio di ogni tipo di attività edilizia, economica, di diporto, di lavoro, di uso domestico o superfluo, pubblico o privato" scriveva, già qualche decennio fa, Giuseppe Galasso.
Alla lunga serie di opere disastrose per l’ambiente, inteso in senso storico-culturale e dunque anche paesistico, si aggiunge ora un’altra perla proprio in quella Regione e non soltanto in quella, che la retorica del potere continua, a sproposito, ad indicare come Cuore Verde d’Italia: l’Umbria.
Ma veniamo al progetto.
Lungo i pendii montuosi dei territori dei Comuni di Orvieto, Castel Giorgio, Trevi, Foligno, Sellano, Valtopina, Nocera e Gualdo Tadino, verrebbero impiantate una settantina di pale eoliche alte fino a duecento metri. Un'altra trentina sorgerebbero nei comuni confinanti nelle Marche.
L’installazione dell’ecomostro tentacolare comporterà un gigantesco movimento di terra con la produzione di immani quantità di cemento, con la creazione di aree di servizio ed opere complementari quali una fitta rete di nuove strade ove far transitare centinaia di camion e betoniere per il trasporto di materiali e componenti delle stesse pale.
Trevi. Sullo sfondo le Pale eoliche così come si vedrebbero dalla pianura
Immaginabile il relativo disboscamento di foreste secolari e lo sconquasso per specie animali e vegetali. Frane e dissesto idrogeologico ampiamente prevedibili in un territorio che, come è noto, è da sempre vulnerabile anche dal punto di vista sismico.
Un profilo panoramico davvero affascinante per chi getterà lo sguardo dalla pianura della Valle Umbra verso le montagne, con la deturpazione davvero irreparabile di uno dei pochi paesaggi, rimasti integri, di cui poter godere in Italia .
L'enormità del progetto ipotizzato non ha mancato di sollevare un moto di sdegno e di riprovazione non soltanto tra gli ambientalisti. Migliaia sono i cittadini dei territori dei Comuni interessati che hanno sottoscritto la petizione contraria alla realizzazione dell’ opera e che ora, dopo il diniego espresso anche dal Sindaco di Foligno, si rivolgono alle altre Amministrazioni Comunali dei territori coinvolti. Resta da vedere cosa ne dirà la neo eletta Presidente della Regione Umbria Stefania Proietti.
E così, alla catastrofe ecologica del Lago Trasimeno, “ridotto ad una vasca di acqua inquinata” così come certificato da uno studio dell’ Università di Camerino, all’aria da decenni avvelenata dalle Acciaierie di Terni o dai cementifici di Gubbio, ai veleni sparsi a piene mani per le coltivazioni di tabacco nell’ Alta Valle del Tevere o ai pesticidi impiegati per quelle delle nocciole della Perugina, si aggiunge ora anche lo sfregio per chi solleverà lo sguardo verso il cielo.
da: https://www.perunaltracitta.org/homepage/2025/01/17/umbria-cuore-verde-marcio-ditalia/
immagine di copertina da www.rivistaenergia.it
Maurizio Fratta
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