Restaurata la lapide a Furio Rosi
Una semplice ma sentita cerimonia per ricordarlo nell'anniversario della nascita
Al Camposanto di Perugia, accanto al sepolcro dei martiri del XX Giugno, c’è la lapide che ricorda il dottore in agraria Furio Rosi. Socialista e sindacalista della prima ora, morto in esilio per sfuggire ai processi politici sabaudi mossi contro di lui per la sua attività sindacale.
La sua breve vita è stata raccontata da Luigi Catanelli, che ricorda come, sotto il fascismo, mani libere non hanno mai fatto mancare un fiore (un garofano rosso il Primo Maggio) su quella lapide. Tuttora c’è chi non ha abbandonato l'abitudine di portargli fiori.
E, almeno nel cuore, portavano un garofano rosso gli antifascisti perugini che, durante il ventennio fascista, assieme ad Aldo Capitini e Walter Binni festeggiavano il Primo Maggio nel magazzino di legnami di Enea Tondini in via Vecchia. È probabile che anche loro andassero quel giorno a portare un garofano al dottor Furio Rosi.
La sua tomba si trova in Francia, a Villefranche ove egli morì. A Perugia i suoi compagni nel 1907 vollero dedicargli una lapide, posta sul muro del cimitero accanto al Monumento ai martiri del XX Giugno. La lapide è in corso di restauro a cura del Sindacato Pensionati della Cgil e della Camera del Lavoro di Perugia, che ieri, anniversario della sua nascita, lo hanno ricordato con una semplice ma intensa cerimonia.
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